lunapapa69 9 / 10 24/02/2005 20:50:52 » Rispondi In linea con la tradizione del cinema di denuncia sociale dei vari Rosi, Petri, Damiani, questo capolavoro di Faenza rissume sapientemente la vita e l'opera di Don Pino Puglisi, attraverso una lettura delle vicende che non ha nulla di gratuito. Sul piano narrativo ,senza essere schematico tutti è fuso mirabilmente,ogni cosa è a suo posto. Oltre tutto , l'interpretazione di Zingareti, sofferta e vibrante allo stesso tempo, cattura e commuove lo spettatore senza suscitare sentimenti di pietà, in quanto tutto la vicenda personale del prete è assunta a pretesto per offrire una riflessione universale sul ruolo di chi vuole combattere alle radici ( strappando i bambini dalla strada) la mafia. Certo ne esce fuori un quadro sconfortante rispetto a chi si trova con pochi aiuti a dover "combattere" una organizzazione malavitosa che è radicata nella società civile e che tnde ad annientare chi non segue le sue "regole". In questo contesto l'oratorio costruito dal prete con i suoi collaboratori, rappresenta un 'isola felice", dove i bambini possono essere bamibini, e non bambini-adulti. Fuori di questo, i bamibi non sono altro che burattini in mano della mafia che li "arruola" per i suoi sporchi servizi,per poi sbarazzersene quando non servono più. A questo proposito,e concludo, significativa è la scena iniziale in cui i pit-bull, prima vengono nutriti con dei gatti e poi vengono costretti a gareggiare nelle gare clandestine,dove ad uno ad uno moriranno: cronaca di una morte annunciata. Ecco, spostando l'obiettivo sui bambini, se non subiranno una morte violenta, di sicuro subiranno una morte sociale. Nico