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ALLA LUCE DEL SOLE regia di Roberto Faenza

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JoJoSan     7 / 10  27/02/2005 12:35:17Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
In un'Italia dove di mafia non si parla più da anni, Roberto Faenza rilancia il tema della lotta civile (nuova chiave di lettura cinematografica del tema che prese piede durante gli anni '90) contro la Piovra puntando sulla storia di uno dei martiri che combattè contro la grande piaga siciliana: don Puglisi. Quando si tratta di argomenti del genere, dall'impatto emotivo così grande, il rischio di cadere nel patetismo, nella facile retorica, è molto grande, e certe scelte narrative, purtroppo, sono indice che qualche scivolone in tale direzione Faenza l'ha fatto. Per affrontare il disagio sociale, la cappa opprimente che asfissia il quartiere di Brancaccio, difatti, il regista sceglie il sorriso dei bambini: puntare sui piccoli pargoli, principali vittime d'una società dove si predica l'"ignorante è bello", è difatti gioco dal sicuro effetto, ma anche sin troppo facile. Sviluppare un film (che, bisogna sempre tener presente, non era certo di facile realizzazione) puntando sul simbolo, sulla potenza dell'istantanea, pur colpendo lo spettatore in maniera più diretta, rischia di far scadere il tutto su una sorta di superficialismo di maniera che fa sì vedere ma non fa comprendere. Faenza cade più volte in quest'errore, presentando una candida pecora votata al martirio, un Puglisi duro e puro senza difetti di sorta, contrapposto ad una Mafia che risulta somigliare più ad un corpo estraneo alla società che una presenza invasiva in essa, in una dicotomia manichea che necessariamente non può affrontare in maniera veramente completa l'argomento che si propone di trattare.
Nonostante questi errori, comunque, il regista riesce a destreggiarsi abbastanza bene tra le pagine della storia che intende narrare, non forzando ulteriormente certe (discutibili) scelte, ed affidandosi ad uno Zingaretti assolutamente monumentale, riuscendo, al di la' di ogni patetismo, a rendere in maniera abbastanza efficace la storia di una tragedia sociale di cui non si parla più... scegliendo però un finale di speranza che stride con la realtà effettiva in cui, ogni giorno che passa, si fa sempre più netta la sensazione che la morte di Puglisi, terza vittima eccellente dopo Falcone e Borsellino, sia stata sì eroica, ma assolutamente inutile.