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FREAKS regia di Tod Browning

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Invia una mail all'autore del commento kowalsky     10 / 10  16/04/2005 01:45:36Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
L'ossessione recrudescente di Browning diventa una parabola sociale, la più eversiva e sconvolgente mai vista al cinema. Tutto diventa apologo dello squallore della "normalità" (tema che a b. anche per la sua vita privata e l'ambiente intollerante che ha indubbiamente conosciuto, ha sempre intrigato molto) e del resto siamo nelle stesse condizioni in cui un imputato poi reclamato innocente si trasforma in giallista per vendicarsi di cio' che ha dovuto sopportare nel peso della giustizia e dei suoi diritti negati. Ora, se l'Horror ha mai avuto (certo che sì) un suo senso metaforico, diciamo che Freaks ne è il massimo apologo, ma non per questo sfugge a tutti noi il senso di "orrore" che pervade ancor oggi. La Mostruosità di Browning coglie - immortalata nella grande scena del fidanzamento dei due "anomali" amanti e del coro ossessivo, raggelante "una di noi una di noi" (delizioso tributo di Bertolucci nel suo the dreamers) tutta la nostra inarrestabile forma di disgusto e repulsione davanti a soggetti fisicamente deformi, ripugnanti, attrazioni da circo appunto (che altro è il circo se non lo spettacolo dell'orrore del mondo? Non è forse un posto tristissimo?) o da mostra d'archivio nelle celle mortuarie degli ospedali. Corpi e salme, reietti che attraversano il mondo ma con la loro intensissima trasparenza, i loro affetti negati, la bellezza enorme della loro purissima anima. Browning suggerisce che la visione è tutto, per noi, e l'immagine è intollerabile. Gli sguardi dei freaks non negano certo la loro stessa anima, ma siamo noi a negarla per sempre. Così è fin troppo facile identificare la mostruosa normalità in una ******* che sa come raggiungere le forme affettive più richieste: moglie-amante sexy, madre affettuosa (apparentemente) e sorella, tutto nel nome di quel bisogno negato sia di affettività universale sia di ritrovare inconsciamente, da parte del "piccolo" promesso neo-sposo, la sua parvenza di "normalità". La sua successiva Crescita da un'eterno bambino cui la passione non verrà mai presa sul serio. E nell'inganno della donna e del suo complice-amante ci troviamo un po' anche noi. Non a caso suggerisce titolo e film tra i più censurati della storia del cinema, come se "la bruttezza", l'epocale orrore debba vivere e vegetare nelle nostre (e loro) gabbie. Uno scenario che si disfa di ogni clichè diventando "capolavoro abbietto e maledetto", uno scorcio inquietante di "realtà impossibile" che ancora oggi, nel suo ricordo, miete "vittime" tra i cinefili. Tra cui mi inserisco anch'io doverosamente. Rifiutando magari il sapore-feticcio che ancora incombe sull'opera e che trasmette la sensazione un po' irritante di un fantasma compresso, di un'inerme ma caustico Culto dell'Insolito e del bizzarro a sè stante. Nel segno della Normalità pure questo
Invia una mail all'autore del commento Gualty  17/10/2009 00:52:32Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
è davvero andata distrutta la versione originale?

perchè così come è ora non è certo un horror, ma una commedia drammatica e grottesca.

in ogni caso me lo son proprio goduto, gran bel film
Gruppo STAFF, Moderatore Jellybelly  12/09/2006 01:46:27Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Ottimo commento, bravo. Freaks è quanto mai attuale perchè in grado di inquietare ed angosciare ancora oggi con la sua fredda determinazione nel rappresentare la diversità, senza manierismi rassicuranti, privando lo spettatore di ogni punto di riferimento.