ULTRAVIOLENCE78 9 / 10 18/01/2008 16:11:53 » Rispondi Come nel successivo "Elephant man" di Lynch, anche quest'opera di Browning ha per oggetto una storia che si configura come una vera e propria allegoria sulla diversità, mettendo in luce, con toni crudi e amari, il contrasto tra la mostruosità fisica e visibile e quella interiore e morale. Tutto il film è pervaso da un'atmosfera cupa, fosca, quasi gotica, che accompagna lo spettatore in una parabola che si conclude con un inquietante monito. All'epoca destò scalpore il fatto che per la realizzazione di questo lungometraggio, Browning si valse di veri "freaks" (alcuni dei quali veramente impressionanti), tanto che in Inghilterra ne fu vietata la distribuzione.