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TO ROME WITH LOVE regia di Woody Allen

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fidelio.78     3 / 10  06/05/2012 10:56:27Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Penoso. In tutti i sensi.
Si riesce a salvare davvero poco di questa sciatta fiction ricca solo di cliché e banalità.
Si potrebbe salvare l'episodio con Eisenberg che arriva forse a una stentata sufficienza, ma tutti gli altri brillano solo per mediocrità e inutilità.
Il punto fondamentale è che tutti gli episodi hanno un buon incipit, un'idea carina alle spalle, ma che evidentemente è stata sviluppata (?) malissimo, forse per il poco tempo o la scarsa voglia.
Quello con Benigni è forse l'emblema del film. Tratta il tema della notorietà in modo superficiale e banale, senza neanche far ridere anche perché la trovata che può andar bene per una scena, viene ripetuta per tutto l'episodio. Dopo un po' la logica è chiara, eppure si insiste nel già visto.
L'episodio con Penelope Cruz inizia bene, sembra poter essere una divertente commedia degli equivoci, si perde immediatamente senza neanche strappare un sorriso nonostante gli sforzi di un Albanese mai così fuori parte.
Anche nell'episodio con Allen (ormai una barzelletta di se stesso) ci sono alcuni spunti interessanti, che si perdono inevitabilmente dopo pochissimo. Anche la brillantezza delle battute non è la solita, ma sembra qualcuno che copia il grande Allen degli anni d'oro.
Caliamo infine un velo pietoso sulla regia e su tutto il cast tecnico doppiaggio incluso. Una cosa da far accapponare la pelle
Alla fine resta una vanzinata, una fiction piatta che scimmiotta la peggior commedia all'italiana.
Se questa è la dichiarazione d'amore per Roma, vuol proprio dire che evidentemente all'estero pensano di noi come a dei babbei carini; una cosa del tipo "è italiano, ma gli voglio bene come se fosse normale".
suzuki71  07/05/2012 10:43:49Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
quoto: "Se questa è la dichiarazione d'amore per Roma, vuol proprio dire che evidentemente all'estero pensano di noi come a dei babbei carini; una cosa del tipo "è italiano, ma gli voglio bene come se fosse normale".

...ecco un altro, ennesimo italiano che si sente offeso perchè non viene descritto con accenti grandiosi e reverenti e toni epici da gladiatore immortale... insomma: quando Allen ironizza sulle mediocri nevrosi americane va benissimo ed è un genio, appena uso lo stesso metro e con leggerezza e benevolenza mette in luce anche alcune nostre mancanze apriti cielo... eppure, se ci pensiamo, questo è un vero atteggiamento d'amore, proprio quello che il geniale regista prova per la sua New York, ironizzando spessissimo sui personaggi in tutti i suoi maggiori film. E' la realtà che deve offenderci, non la sua catarsi ironica. Dovete offendervi per le escort di stato e per il giornalismo televisivo annaquato, non per la loro lettura satirica, chè anzi già questa è redenzione!
fidelio.78  07/05/2012 23:41:33Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Macché catarsi ironica...
La mia era una battuta per terminare il commento, ma mi pare di aver valutato il film per quello che è: una patetica sfilza di storielle di una banalità disarmante e a tratti imbarazzante.
Concordo con te che debba essere la realtà a offenderci (e nel mio caso non sono solo offeso, ma anche incazzato nero), ma io ho bocciato il film perché ripetitivo e privo di idee e spunti interessanti.
Ben venga l'ironia e la satira, ma questa non è niente. Questa è una sciatta rappresentazione che non punge. Magari avesse fatto una bella commedia satirica sull'Italia e sugli italiani!! La satira è un'altra cosa rispetto a questa carezza mal riuscita.
suzuki71  08/05/2012 08:55:09Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Beh le storie sono leggere, è vero, ma non mi sembrano tutte banali: la rappresentazione de "I pagliacci" non mi pare scontata, e anche l'episodio di Benigni è originale. Woody Allen ormai è molto più etereo rispetto ai primi anni, bisogna rassegnarsi, anche per sopravvenuti limiti di età (e\o di saggezza?) e la sua ultima produzione mi sembra tutto sommato molto eterogenea. Del resto fa un film all'anno, non puoi aspettarti una meticolosità alla Antonioni. Non sforna capolavori, ma sono film dotati di un equilibrio invidiabile; certo - ripeto- non sono caustici come i primi, ma è tutta la sua ultima produzione che è così.
fidelio.78  08/05/2012 12:26:15Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Ma infatti ho anche detto che le storie partono da spunti interessanti, però non mi sono sembrate ben sviluppate.
E sinceramente non sono un estimatore degli ultimi film di Allen. Non mi Son piaciuti n'è Vicki, Cristina e Barcellona, nè Midnight in Paris.
Ho trovato interessanti "Match Point" e "Basta che funzioni" che però alla fin dei conti non sono altro che mix di temi e film già trattati da Allen nella parte iniziale della sua carriera.
Detto senza tanti giri di parole, credo che Allen ormai abbia ben poco da dire e che si limiti a far cassa ;-)
Fritz  12/05/2012 17:25:43Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Io avevo visto il trailer da Fazio, due minuti di Benigni, senza sapere che fosse un film di Allen, credevo fosse un film di un registucolo italiano.
Allen doveva smettere di far film circa trent'anni fa.
Benigni non doveva neppure cominciare a far film, stava bene a l'Altra Domenica di Arbore con la lampada.
julian  16/05/2012 21:36:39Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Finale bellissimo, tristemente bellissimo (del tuo commento s'intende).