Dom Cobb 6½ / 10 23/10/2014 13:13:21 » Rispondi Protagonista del film è l'orso Winnie the Pooh che, insieme ai suoi amici del Bosco dei 100 acri, si trova coinvolto in numerose peripezie, che si tratti di trovare del miele o solo di convincere l'invadente Tigro a smettere di saltare... Credo che le persone in tutto il mondo che sono state introdotte al personaggio dell'orsetto di peluche tramite i libricini originali di A. A. Milne anziché tramite i corti firmati Wlat Disney si possano contare sulle dita di una mano; anzi, è probabile che le persone a conoscenza dell'esistenza dei libri originali siano anche meno numerose. Dunque, la popolarità del personaggio fra la gente quale è oggigiorno è totalmente merito degli animatori Disney; già solo l'elevazione di una figura così positiva a icona dell'infanzia è un notevole traguardo, anche se non basta a rendere ottimo un film che, a conti fatti, sembra più che altro adagiarsi sugli allori. Il fatto è che questo ventiduesimo classico altro non è che l'unione di tre corti già esistenti, e gli unici passi creati appositamente per l'uscita nelle sale sono i vari momenti "volta-pagina" con la voce narrante a fare da ideale transizione. Quindi, fin dall'inizio è chiaro che a farla da padrone non sarà una trama unica e coesa, ma vari episodi scollegati fra loro. Ciò non costituirebbe un problema se i personaggi e l'approccio stesso del film non virassero in modo così pesante verso il tenero e infantile ad ogni costo, una cosa comunque inevitabile vista la natura del protagonista e dell'intera premessa.
In fondo, si tratta solo delle fantasie di un bambino, Christopher Robin, che passa il tempo con i suoi animali di pezza. A sottolinearlo un prologo girato in live-action ed ambientato nella camera da letto del detto bambino.
In altre parole, bisogna essere cresciuti con questi personaggi per esservi veramente affezionati e chiudere un occhio sui non pochi passaggi bambineschi, in cui campeggiano le fin troppo spensierate canzoni dei fratelli Sherman. Per i bambini, questo è un prodotto ideale e pieno degli ingredienti giusti, roba che li manderà in brodo di giuggiole; per chi ha già oltrepassato l'età, invece, sarà difficile farsi coinvolgere in vicende adatte a un target molto più giovane, e anche se i personaggi hanno un certo appeal, il continuo balzare da una storia all'altra e un ritmo particolarmente disteso rischiano di causare un vago senso di noia. Non aiuta la mancanza di quell'energia che aveva caratterizzato i classici precedenti e qualche sequenza che, se dimostra una certa creatività nell'animazione, risulta purtroppo una mera scopiazzatura di lungometraggi Disney di calibro superiore.
Su tutte l'incubo di Pooh sui "mostri" che rubano il miele, una versione meno energica e più grezza della parata degli elefanti rosa (della quale già non sono un fan).
Di tutti i classici Disney, questo è il primo che sento di consigliare a un pubblico di soli bambini: troppe le tenerezze, troppo zuccheroso l'impianto narrativo, nel quale si salvano solo un paio di momenti genuinamente esilaranti e un finale curiosamente malinconico. Non è un brutto film, anzi, magari mandassero in onda cose simili anziché la spazzatura che si trova in giro dappertutto; semplicemente, è destinato a un target diverso, e non se ne può fare certo una colpa.
C'è una cosa del film che mi ha incuriosito parecchio, cioè il doppiaggio italiano: le voci che hanno utilizzato mi fanno pensare che sia stato fatto molto tempo dopo la distribuzione originale del film nelle sale. Insomma, sono riuscito a distinguere Paolo Buglione, Massimo Corvo e la voce di Taddeo dei Looney Toones, che negli anni '70 erano ancora troppo giovani.
hghgg 23/10/2014 15:48:18 » Rispondi "Hi-Ho perché devi essere sempre così depresso ?" "Ho una spina nell'ano" Cit.
Ricordo che vidi una serie di cartoni a episodi di Winnie the Pooh la domenica mattina(ti parlo di circa vent'anni fa ahimè) e da qualche parte in granaio dovrei avere un volumetto del suddetto orsacchiotto; ma non ho mai visto il classico disney.
Edizione italiana: Il nome italiano dell'orsetto era proprio Winny Puh quando i tre cortometraggi furono doppiati in italiano. Nel 1997 è arrivato in Italia il film completo: in questa occasione gli episodi sono stati completamente ridoppiati (con dialoghi e canzoni simili a quelli delle rispettive prime versioni italiane) e al personaggio è stato ridato il suo nome inglese originale.