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THE THEATRE BIZARRE regia di Douglas Buck, Buddy Giovinazzo, David Gregory, Karim Hussain, Jeremy Kasten, Tom Savini, Richard Stanley

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Invia una mail all'autore del commento tylerdurden73     7 / 10  05/04/2013 11:29:11Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
L'intelaiatura di questo horror ad episodi non lascia presagire il meglio, Udo Kier in versione marionetta si merita immani sberleffi, quanto le espressioni da idiota che sciorina l' unica spettatrice capitata al grandguignolesco show.

Col primo episodio il sospetto di essere incappati in una clamorosa nefandezza comincia a concretizzarsi. "The mother of taods" è robaccia confusa che sembra attingere il peggio dai b-movie anni '80. Peccato per la musa fulciana Catriona MacCall sprecata in tal modo, ma veramente, tra rospi vischiosi, megere lussuriose e Lovecraftiane influenze Richard Stanley (per lui all'attivo un piccolo cult come "Demoniaca") delude totalmente.
Voto 4.5

Ci si riprende con "I love you" del grande Buddy Giovinazzo, praticamente desapareçido dopo aver regalato alle platee underground un filmone come "Combat Shock".
Storia di una crisi di coppia in interni con lei che prima di mollarlo gli vomita addosso ogni cattiveria possibile. Il cornuto non la prenderà benissimo. Ottimo l'utilizzo delle luci, gran regia e notevole la sensazione di follia che aleggia pronta a scatenarsi.
Voto 7

"Wet Dreams" del mago degli effetti speciali Tom Savini (che si ritaglia un ruolo) affronta anche in questo caso problematiche coniugali. Lui la tradisce regolarmente venendo poi perseguitato da orribili ed onirici sensi di colpa. Scoprirà ben presto che la realtà può essere ancora più spaventosa dei sogni.
Episodio pregevole impreziosito dalla scream queen Debbie Rochon.
Voto 6.5

Il quarto episodio scarta a sopresa il brutale contesto generale. Douglas Buck tratta nel suo "The Accident" le curiosità di una bimba riguardo il grande mistero della morte. Un episodio intimista e rarefatto, forse un po' troppo insisto nei ralenty ma delicato nel trattare l'inevitabile destino umano spiegato da una madre angelica alla figlioletta.
Voto 7

Passiamo quindi al segmento migliore diretto da Karim Hussain (ricordato dai più per "Subconscious Cruelty") e intitolato "Vision Stains". La tipa protagonista se ne va in giro ad ammazzare delle reiette, tipo tossiche e vagabonde, sottraendo loro, nel momento in cui stanno per spirare, i ricordi. Il modus operandi è crudo e fastidioso, l'idea di base piuttosto originale è intrisa di una filosofia anti-emarginazione che avrebbe meritato un miglior approfondimento. A causa del minutaggio ridotto molto del potenziale resta inutilizzato, comunque Hussain raggiunge il top.
Voto 7.5

Chiusura affidata all'eccentrico "Sweets" in cui David Gregory utilizza i dolci in modo feticistico, quasi fossero delle appendici corporee attraverso cui trarre piacere fisico.
Bella l'alternanza tra un quadretto domestico di raro degrado e sequenze ultra pop dai colori sgargianti in cui i protagonisti si abbuffano in modo disgustoso. Scopriremo nel finale che non solo i dolci danno la felicità, bensì il cibo in generale, soprattutto quando si tratta di carne fresca macellata in loco.
Delirante e parecchio sopra le righe ma visivamente travolgente.
Voto 7