Dom Cobb 1 / 10 03/05/2012 15:05:21 » Rispondi Davvero non ho parole. Doveva essere la perfetta continuazione del precedente, invece, a parte il prologo, questo obrobrio non ha niente a che vedere con l'eccellente episodio con Lazenby. E pensare che Connery è tornato solo perché gli piaceva lo script (!!), quando la storia non è altro che un ammasso di s*****ate, gag da cartone animato, assassini gay, raggi laser che distruggono tutto, scene d'azione fini a se stesse (se non altro girate bene), bond-girls una più stupida dell'altra...
e killer che non sanno che negli hotel ci sono le piscine.
Dom Cobb 31/01/2022 12:25:27 » Rispondi James Bond viene inviato a indagare su un misterioso traffico di diamanti, che dalle miniere del Sudafrica lo porta prima ad Amsterdam e infine a Las Vegas; il recluso miliardario eccentrico Willard White sembrerebbe tirare le fila del gioco, ma ben presto emergono un vecchio nemico e un complotto per tenere in scacco le superpotenze mondiali... In seguito al relativo insuccesso dell'excursus con George Lazenby, che non ha raggiunto i fasti del predecessore sia in quanto a incassi che a gradimento del pubblico e della critica, i produttori Saltzman e Broccoli corrono ai ripari: Sean Connery viene richiamato a suon di dollari con un salario record per l'epoca, viene rimessa insieme la stessa squadra (o quasi) responsabile di "Missione Goldfinger" e si tenta soprattutto di ricatturare il mix di avventura, esagerazioni e ironia di quest'ultimo, mettendo da parte qualunque pretesa di serietà o realismo. Il risultato sembra pagare bene, con incassi in rialzo e un maggiore apprezzamento da parte di un pubblico viziato, ma a mio parere a posteriori si rivela anche il peggior Bond in circolazione, con forse solo "Mai dire mai" a fargli da valido concorrente. Non lo dico solo perché "Una cascata di diamanti" è un pessimo film di Bond, ma anche perché è l'unico di tutta la serie ad essere un pessimo film in generale, rovinato da una sceneggiatura pasticciata e un insolito grado di mediocrità a livello registico e tecnico. Guy Hamilton torna alla regia e si dimostra fin dall'inizio più ingessato di una mummia: fra riprese statiche, una fotografia sottotono e un montaggio oserei dire pigro, il film si dipana in una serie di scene prive di energia o guizzi di qualunque tipo dove l'unica nota positiva sono le scenografie del solito grande Ken Adam; mentre una trama inutilmente ingarbugliata sceglie di ignorare completamente il film precedente e per tutta la prima metà procede alla stregua di un dilatato gioco dell'oca.
Lo schema con cui si procede è grosso modo Bond che segue i diamanti in un posto e fa uno strano incontro, poi segue i diamanti in un altro posto e lì fa un altro incontro e così via: arriva ad Amsterdam e lì incontra Tiffany e il signor Franks, arriva in America e lì incontra i gangster delle pompe funebri, arriva a Las Vegas e incontra Plenty, senza che la trama venga in qualche modo fatta avanzare, senza che dettagli di sorta vengano rivelati.
Il ritmo lento e macchinoso viene inoltre esasperato da una cronica mancanza di azione, che le poche volte in cui finalmente arriva lascia davvero a desiderare,
L'inseguimento nel deserto e per le strade di Las Vegas, oltre a contenere uno degli errori di continuità più eclatanti di sempre (l'auto che entra su due ruote in un vicolo in un senso ed esce nell'altro) è girato senza polso né stile e nello stesso anno di "Il braccio violento della legge" mostra tutta la sua pochezza. E meno si parla dell'attacco finale alla piattaforma petrolifera, meglio è.
complici anche effetti speciali a dir poco orrendi, superimposti e incollati con lo scotch per quanto sono finti; e considerato che buona parte del budget è stato utilizzato per il salario di Connery, la cosa in fin dei conti non sorprende.
Le "esplosioni nucleari" nel terzo atto non sono che dei patetici sbuffi di fumo e anziché far esplodere gli elicotteri nel finale ci si limita a "coprirli" con lampi banchi o rossi.
Ma ciò che sorprende di più è il grado di assoluta idiozia che pervade la sceneggiatura, dove le soluzioni narrative utilizzate di volta in volta sono una più imbecille e inspiegabile dell'altra; momenti che dovrebbero essere incisivi o svolte degne di nota vengono liquidate con decisioni che non hanno né capo né coda.
Blofeld ha Bond sotto tiro nel proprio ufficio, potrebbe ammazzarlo lì subito e poi disporre del cadavere e invece cosa fa? -Gli ordina di entrare nell'ascensore, POI -Lo fa stordire con un gas, POI -Lo fa arrivare nel garage sotterraneo con gli scagnozzi ad aspettarlo, POI -Gli scagnozzi lo mettono nel bagagliaio, POI -Dopo essere usciti attraverso l'ingresso alla Willie Coyote con tanto di cactus finto guidano per il deserto, POI -Raggiungono un cantiere dove mettono Bond in una delle tubature non ancora montate, POI -Lasciano Bond lì dov'è senza nessuno a fargli la guardia e confidando che non si sveglierà finché il tubo non sarà montato. Devo proprio spiegare perché è una delle cose più idiote di sempre?
Bond si ritrova con dei gangster nell'hotel che lo tengono sotto tiro; lui coglie di sorpresa uno e gli altri all'improvviso decidono di andarsene così, senza un motivo apparente. Si scopre che lavoravano per Tiffany, venuta a convincere Bond a darle i diamanti, ma in tal caso perché portarsi dietro i gangster e puntargli contro una pistola se tanto voleva solo parlare e portarselo a letto?
Lo scagnozzo di Blofeld riceve l'ordine di eliminare il vero Willard White e lui cosa fa? Cerca di sparargli a cinquanta metri mentre un intero esercito di agenti CIA l'ha già preso in custodia. Cosa gli succede lo lascio alla vostra immaginazione, dirò solo che ha a che fare con un cadavere...
Nel finale, si scopre che l'arma satellitare di Blofeld viene controllata da una musicassetta su nastro, Bond lo sa e Blofeld sa che Bond sa e cosa fa quel geniaccio della SPECTRE? Permette a Bond di avvicinarsi alla console ed espellere il nastro. Dico, sul serio?
E il magnifico piano di Bond per entrare nella base di Blofeld e disattivare l'arma satellitare? Infiltrarsi in gran segreto, magari da sott'acqua, come farebbe una vera spia? Certo che no: invece si lancia da un aereo in un pallone galleggiante in modo da farsi catturare, per poi dare il segnale ai rinforzi via aria sganciando un palloncino. Un palloncino. Naturalmente, sperando che Blofeld non lo uccida subito, il che naturalmente non succede.
Oh, e ho già accennato alla torta con la bomba? No dico, la torta con la bomba?? Cos'è, un film di Bond o una commedia dei fratelli Zucker?
Inoltre i tentativi di spingere il pedale sull'umorismo e l'ironia offrono risultati a dir poco infelici, con personaggi secondari ridotti a macchiette insopportabili o semplicemente deficienti.
Tiffany Case, da professionista abile ma sensuale, nel finale diventa una bimbo in bikini col cervello di un crostaceo, Plenty O'Toole non ha motivo di esistere, i gangster nell'hotel non sanno che fuori dalla finestra c'è una piscina grande quanto un campo da basket e Blofeld, be', di lui abbiamo già parlato. E gli scagnozzi Mr. Wint e Mr. Kidd sono il classico esempio di come NON devono essere gli scagnozzi in un film di Bond. E stendiamo un velo pietoso sulla coppia Bambi-Tamburino... e ho già menzionato le "attrazioni" della Whyte House, una più cringe dell'altra (per dire, la donna africana che si "trasforma" in gorilla)?
In questo marasma di idiozia e assurdità il cast sembra anche quello abbastanza svogliato: un Connery vistosamente invecchiato gigioneggia anziché prendersi sul serio come suo solito e i comprimari purtroppo non sono affatto degni di nota, incluso un Charles Gray fuori posto nel ruolo del villain, la cui dipartita tra l'altro rappresenta uno dei punti più bassi della saga per come viene tirato via. Le Bond girls sono belle da guardare e nient'altro e l'unico sprazzo di vitalità viene da Jimmy Dean nel ruolo del miliardario hippie Willard White. Perfino John Barry delude, con una delle colonne sonore più monotone della serie, in parte riscattata dalla canzone dei titoli, dalla grande carica; peccato solo che appaia in questo particolare film. Insomma, "Una cascata di diamanti" sembra, fra tutti i film di 007, l'unico fatto per dovere d'ufficio e non per passione: nessuno davanti o dietro la telecamera sembra crederci davvero, nessuno di loro esprime il benché minimo interesse, grinta o tanto meno voglia di esserci. E' un compitino, realizzato in fretta e furia e fatto abbastanza male, un unicum nella storia della serie. Fortuna che in futuro, anche nei suoi momenti peggiori, il franchise non raggiungerà più tali livelli di incompetenza tecnica e bassezze goliardiche. VOTO: 4