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I FIORI DELLA GUERRA regia di Zhang Yimou

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Febrisio     7 / 10  31/03/2013 11:29:26Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Sotto la patinatura da Blockbuster, Yimou Zhang celebra la Donna nel suo sacrificio avvenuto a Nanchino. Dicembre 1937, i giapponesi invadono la città bombardata, schiacciando la resistenza cinese, squarciando il popolo tra omicidi, incendi e stupri.
Senza basarsi su personaggi realmente esistiti, quest'ultimi forniscono tutti i riferimenti chiave e storici. Se la donna in cina al dettame di Confucio è sacra, Yimou Zhang sotto la leggerezza da blockbuster ne cripta, forse troppo, l'onore al sacrificio, e ne lascia sfuggire la parte sacra. Divide la donna in due simboli, e lascia ben poco alla conquista lussuriosa giapponese, mostrati impietosi, senza redenzione. Donne che come da metafora del titolo "Flowers of war" rimangono racchiuse da un binomio romantico e atroce. Yimou Zhang dopo il talentuoso piano sequenza, gela le emozioni con una scena simbolo dello stupro di Nanchino;

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Malgrado la lunghezza e una certa dose di stereotipo, la longevità è assicurata da un continuo e curioso trattamento dei personaggi, cadenzato dalle emotive difficoltà sia belliche che della povertà del popolo cinese, che ciò malgrado non abbandona i propri valori. Anzi il film ne esalta questo tipo di patriottismo.

Poteva essere meglio visto il regista, ma comunque vale la pena.