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THE GREY regia di Joe Carnahan

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JOKER1926     7 / 10  03/12/2013 02:03:31Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
"The grey" è della stirpe dell'action. Ma va oltre.
Con questa enunciazione, nel nostro apparato critico, non vogliamo render piccolo e anonimo il lavoro di Joe Carnahan, anzi il vero obiettivo posto è quello di andare ad analizzare ciò che si nasconde dietro un prodotto che sembra essere solo buono per l'intrattenimento.

"The grey" ha il plot comune, questo è vero; forse la stessa elaborazione e diramazione dei fatti sembra esser terribilmente telefonata. Ma in questo giro, a fare la differenza, è un gioco di sfumature che incastrano situazioni di morte e vita; il titolo rimanda ad un limbo. Se la metafisica di Lynch e Jodorowski è a distanze siderali, quel senso di spiritualità è presente. Alla fine della visione ci sarà da discutere, in modo consequenziale Carnahan ha fatto colpo. Film riuscito.
Personaggio principale è un uomo distrutto da un passato drammatico, ma fin troppo ermetico e dunque di difficile interpretazione. Epicentro del dramma è un qualcosa di triste che sta succedendo fra un uomo e una donna, l'alone della morte, o perlomeno della lontananza, sale lentamente in cattedra. Liam Neeson è la pedina fondamentale di un film che vuole andare oltre il semplice (ma buono) effetto visivo. Insomma la storia dei lupi qui appare essere solo un pretesto. Il tutto gioca a favore della regia, in altre produzioni le profondità del discorso e della morale sono quasi sempre inesistenti.
Con "The grey" il tema che sale in cattedra è vicino alla concezione del decadentismo dell'anima, della ricerca di una sopravvivenza, fra ipocrisie e sofferenze. Alcuni flashback potrebbero almanaccare persino un fragoroso colpo di scena, ma le visioni al riguardo sono varie. Il film, piccolo errore di superbia di regia, vuole farsi capire nascondendosi. In pratica, giunti ad un certo punto, qualche situazione, o meglio il succo del film potrebbe aprirsi, resta chiuso come una cassaforte.
Grande e prodigioso però l'autore del film ad inserire magnifici flashback (padre e figlio) ove traspare la formazione di un ideale, fra sentimento, morte e poesia. Si respira, per breve tempo, un'atmosfera di altre pellicole, di altre grandi storie...
Il film americano tiene testa fino alla fine, l'adrenalina non manca, la morale esiste e le strade sono aperte, in ogni senso.

Nella mente un munifico Liam Neeson in una parte speciale, il suo ruolo non è una casualità. I grigiori di una resistenza che è un gioco mortale e l'amaro scenario di una natura crudele e agghiacciata le stoccate finali.