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L'ULTIMA CASA A SINISTRA (1972) regia di Wes Craven

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Invia una mail all'autore del commento kowalsky     7 / 10  20/09/2012 00:57:26Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Ho veramente difficoltà a commentare questo film, e da appassionato di cinema lo trovo grottesco, ottuso, grezzo, inverosimile, cialtrone, grossolano come pochi. Per una volta cerco di dimenticare parole come sceneggiatura e tensione emotiva (che nonostante la crudezza della storia c'è poca, pochissima) e cerco di concentrarmi sul film. Un'opera a basso costo che avvisa subìto i giovani adolescenti di usare prudenza a fidarsi del prossimo. Ebbene, la stessa regola dovrebbe valere per i genitori che ospitano in casa degli estranei, fra l'altro in una dimora localizzata in un luogo tutt'altro che rassicurante...
Cosa voleva dirci Craven? Che in fondo La bestia alberga in ognuno di noi (v. Cane di paglia di Peckinpah), basta non... sollecitarla?
L'aspetto più interessante è però la strana divergenza stilistica del film: musiche folk rassicuranti si alternano a visioni suggestive di boschi e natura, una natura incontaminata, si direbbe, dalla mano dell'Uomo. La violenza rispecchia quella parte dell'Io che dovrebbe muoversi in territori di assoluta bellezza visiva, di quiete, di pacifismo (v. l'accostamento al mondo degli hippie, anello di congiunzione tra Easy Rider, Taking off e gli ospiti indesiderati di Haneke).
E allora sì, questo prodotto gore che tracima sangue e sadismo ha una sua ragion d'essere. A parte il fatto che - come giustamente scrive qualcuno - i killer sono descritti benissimo e "stranamente" le figure positive escono un pò deboli - con lo sfottò voluto della Legge in un'esilarante buddy-movie tra sceriffo e assistente - il risultato rende giustizia a una vendetta che per quanto macchinosa ed effettistica risulta liberatoria.
Con almeno una scena memorabile

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