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COSMOPOLIS regia di David Cronenberg

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Invia una mail all'autore del commento tylerdurden73     5 / 10  26/06/2013 16:23:07Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
L'autodistruttiva metafora del capitalismo ha già detto tutto dopo mezz'ora; a seguire solo un gran girare attorno al problema tra spazi claustrofobici, personaggi senza carisma e pistolotti al gusto aria fritta che annacquano ben presto l'intuizione sperimentale votata nel mettere a nudo il mostro finanziario.
Un ricco uomo d'affari, emblema del potere occulto che si serve dei vari fantocci politici, attraversa New York a bordo della sua torre d'avorio, ovvero una limousine candida che è bolla impermeabile all'urlante disperazione planetaria. La macchina avanza lentamente tra manifestanti adirati per indigenza o semplicemente perchè attaccare la ricchezza è uno sport sempre di moda. Nei sedili posteriori l'illustre occupante vive apatico tra sessioni di lavoro, rapporti sessuali e check-up medici incurante del mondo esterno col quale ogni rapporto è anestetizzato. Il suo immenso cybercapitale significa privilegio ma anche alienazione, scendere dalla reggia mobile per andare ad assaporare attimi di vita ormai dimenticati è una concessione a ciò che è stato, mentre il suo regno numerico corre verso la disfatta sotto i colpi di imperi innovativi e ben più influenti. Il non saper interpretare il futuro, il restare fermi è un lusso che non si può concedere, ed ecco quindi la vecchia società lasciar spazio a nuove forme di colonialismo economico.
Cronenberg spiazza attingendo materiale dall'omonimo romanzo di Don De Lillo che purtroppo si rivela poco efficace una volta traslato in immagini, troppo verboso pur interessantissimo nelle premesse in quello che è un percorso a ritroso con relativa catarsi. Non fosse per Paul Giamatti che regala attimi abbastanza tesi "Cosmpolis" si ridurrebbe ad un piatto concentrato di immagini affascinanti perdute tra i meandri di un argomento solitamente inaccessibile ai comuni mortali.
L' analogia vampiresca tra il succhiasangue per teenager e quello del business è simpatica, ma Robert Pattinson resta scelta di cast sciagurata.