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ROMAN POLANSKI: A FILM MEMOIR regia di Laurent Bouzereau

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Invia una mail all'autore del commento kowalsky     8 / 10  24/05/2012 17:19:04Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Per una volta correte al cinema a vedere questo film-intervista. Una splendida lezione di cinema, di vita, di estrema sincerità. Per una volta potete vedere Polansky in modo diverso. Per una volta capirete quanta morbosa attenzione avete prestato - voi come tanti altri - ai suoi film più sinistri, mettendo in relazione le ossessioni autoriali con quella vita privata così vicina (sembra) al Signore delle tenebre (chi?). Niente a che vedere con i paradisi idilliaci e falsi di un Lasse Hallstrom, per intenderci. Forse capirete che tutto lo sforzo vano di catalogare P. è stata una misera perdìta di tempo. Perchè l'uomo che ha attraversato tutto questo, che ha visto gli orrori della guerra e lo Shioah o ha saputo al telefono che la bellissima moglie è stata appena fatta a pezzi da un hippie drogato omicida psicopatico - da notare l'estremo conflitto dell'illusione "troppo bella" del flower power e il massacro di Bel Air - ha concepito il puro lirismo di The Pianist: un'atroce pagina autobiografica che non reclama alcuna strumentalizzazione da rotocalco noir/splatter.
Testimonianza toccante del dolore, come quando P. racconta del padre mentre assiste inerme alla deportazione dei bambini nei campi di sterminio. Roba da restare inermi, ammutoliti, sconvolti. No, non esistono ormai demoni da esorcizzare, solo vite uccise e risorte come in tanti incantesimi pasquali, incognite e interrogativi senza risposta, persino confessioni di colpa (o quasi). Sinistre? Mah per una volta optate per l'Uomo, comunque la pensiate su di lui