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UN MOSTRO A PARIGI regia di Bibo Bergeron

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Testu     7 / 10  27/08/2014 15:20:52Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Film piuttosto grazioso, che si aggiunge nella crescente cerchia dei boicottati dal doppiaggio osceno. La storia è piuttosto semplice, ma si mantiene sufficientemente originale grazie ad alcune variaizoni, come la natura del mostro. La regia e la sceneggiatura ad opera entrambe di Bergeronm non sono quel che si dice perfette, fanno bene la maggior parte del lavoro, ma scadono terribilmente in altre parti. Ad esempio la cui natura bonaria del mostro è un po forzata considerando l'alimentaizone di una pulce, figuriamoci gigante. Una cosa invece ben resa sono i "cattivi" non spietati del tutto e con quel lato intelligente che li rente parte della storia e non semplici ostacoli abbozzati, di contro pero i protagonisti buoni sono in parte carenti su vari fronti. I bassetti Maud ed Emile sono molto teneri sia come persone singole sia nella loro relazione, per quanto sfuggente, al contrario quella che dovrebbe essere, teoricamente in maggior risalto, ovvero Raoul e Lucille, è del tutto inesistente fino ad un attimo prima della fine, si fa fatica a considerarli persino amici. Un'altra pecca è che in un paio di punti, come la conoscenza/scoperta di Francoeur dietro le quinte del locale, il filmsi mostra un po compresso e infine quello che decisamente affossa il piacere della visione è l'accennato doppiaggio scadente in ruoli chiave. Qualcuno deve spiegarmi con quale coraggio si può dare a Brignano e soprattutto Arisa, cioè... Arisa, il ruolo di doppiatori e soprattutto dei protagonisti, hanno volontà non lo metto in dubbio, ma fanno veramente schifo per dirla in modo pulito, e io di solito sono tollerante entro certi limiti. Brignano incespica e Arisa a parte ringiovanire e togliere fascino a Lucille, fa sanguinare le orecchie col suo stridio, va bene solo quando canta e non stupisce nemmeno la, mi spiace dirlo. gli umili Emile e Maud ne escono quindi ulteriormente meglio per quanto non ne avessero bisogno. Per il resto il film va piu o meno liscio fino alla tour eiffel, poi la Bergeron perde coraggio e decide di banalizzare un po il cattivo ed è un peccato, si limitava certamente Francoeur, ma sarebbe stato meglio così, la scusa dell'assistente è fatta male, e poi come ho già detto, lo spintone sentimentale brusco di Raoul sul finire è altrettanto dilettantesco. Insomma un bel filmetto onesto, in parte limitato dall'autore ed in parte da una localizzazione italiana da ardere sul rogo. Meriterebbe un punto e mezzo in meno, ma non me la sento di caricargli addosso le colpe della nostra bestialità nel marketing, quindi considerando le colpe unicamente di Bergeron arriviamo ad un 7 liscio. Normalmente difendo il doppiaggio italiano contro tutti gli esterofili che si vantano di capire le altre lingue, ma stavolta mi accodo, vedetevelo in francese e sottotitolato, non può che essere meglio.