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SANTA SANGRE regia di Alejandro Jodorowsky

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JOKER1926     7½ / 10  19/04/2013 02:25:46Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Si colloca, in un discorso temporale, dopo i grandi lavori degli anni settanta ("El topo" e "La montagna sacra"), "Santa Sangre" di Alejandro Jodorowsky è un altro sommo esempio di Cinema che, fortunatamente, non può essere amato da ogni fetta di pubblico; l'interesse e la passione per questo tipo di film è per un pubblico ristretto e profondo.
"Santa Sangre" è ambientato in posti lontani, gli scenari si avvalgono di una forza particolare che li estranea da le convenzionalità. I personaggi, specialmente Fenix, sono cristallizzati in un circuito di una formidabile miscela di sogno e realtà; le situazioni, arrivati ad un certo punto, si muniscono di un doppio strato, da una parte l'utopia, dall'altra la realtà; la fusione integrale, dopotutto, non è un miraggio.
La forza di propulsione, ancora una volta , si registra attraverso una sceneggiatura incantevole che lascia aperte le strade che conducono al metafisico e al simbolismo. Inoltre, nel frangente, la storia offre una linearità importante, grazie ad essa infatti il tutto, oltre le grandi manovre della sceneggiatura, diventa maggiormente interessante. Insomma dietro una solenne ed esplosiva festa dell'immagine si cela una storia vera che ricalca tematiche dure, quelle inerenti alla nevrosi, ai drammi fanciulleschi.

"Sangue Santo" è un film totalmente riuscito e quanto mai efficace, Jodorowsky è bravo poi a proporre in scena ambientazioni "Argentiane", le sequenze degli omicidi rammentano, indubbiamente, quelle di "Profondo rosso".
Il regista è sempre bestiale (nel senso più positivo ) a creare atmosfere caratteristiche e scenari (specie quelli interni) misteriosi e contemplativi; la religione, in questa fattispecie, è inserita in un disegno quanto mai ambiguo, fra la beffa e il solenne.
Alejandro Jodorowsky si riconferma una colonna portante del Cinema di nicchia, lo stile adoperato dal cileno è legato al surrealismo e alle concezioni più inintelligibili e vibranti. Definire "grottesche" determinate produzioni è sintomo di inadeguata conoscenza cinematografica.

Ulteriore introspezione su "Santa Sangre"

Un bambino, figlio di un circo atemporale, assiste ai mali di un mondo. Perde i suoi genitori.
La sua vita è segnata, traumatizzata. Il simbolismo impazzato della regia convalida ogni incertezza ed ogni paura di un individuo (Fenix) risucchiato in un vortice, quasi inevitabile, di morte spirituale. L'ossessione qui tocca i livelli sperati dal regista, l'intenzione è di racchiudere in un ambito, quello circense, metafora di vita e di morte, le anime di buoni e cattivi.
Il messaggio del film, in effetti, sembra, questa volta, apparire anche abbastanza chiaro. "Santa Sangre" è una storia di sacrifici umani e di rinascite metafisiche ove il buono (Fenix e la ragazza sordomuta) vivono oltre i meccanismi temporali e spaziali che un circo (ovvero una sorta di società alternativa) può offrire. Le vicende si mischiano in sfere varie; l'illusione e il sogno giocano carte prioritarie. Nel prodotto di Jodorowsky a salire spesso in cattedra è il dettaglio, potente e silenzioso.
Il recensore a fine proiezione resta ammaliato, chi ama non può non apprezzare tale affresco di una mente che viaggia oltre gli standard e i codici odierni.