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BIANCANEVE E IL CACCIATORE regia di Rupert Sanders

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Invia una mail all'autore del commento tylerdurden73     6½ / 10  09/01/2013 11:00:50Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Non poi così male questa ennesima variante della nota fiaba dei fratelli Grimm della quale la zuccherosa versione Disney è la più famosa.
In questo caso ci si trova al cospetto di forti influenze gotiche e dark che poco ci azzeccano con visioni destinate alla famiglia, una favola oscura che strizzando l'occhio alla Trilogia dell'anello di Jackson, ormai divenuta vera e propria ispirazione massima per il genere, ed a sfumature horror, intrattiene cadendo poche volte in fasi di stand-by.
La fortuna dell'esordiente Rupert Sanders più che nella sceneggiatura o nella sua (scolastica) capacità di dirigere la lussuosa baracca sta nella magnificenza degli scenari, nell'eccellenza degli effetti speciali e nella bellezza di abiti che accrescono ancor di più il fascino dei personaggi e in particolar modo la malvagità della strega Charlize Theron, disumana per cause sciorinate sbrigativamente ma vera e propria attrazione numero uno, con a seguire gli elementi di cui sopra, di una pellicola rivisitata con gusto macabro e a tratti anche dissacrante; il principe azzurro messo da parte dal rude cacciatore alcolizzato è un'idea goduriosa, mentre la protagonista, come una Giovanna d'Arco fiabesca, in nome di una forte emancipazione femminile si cava d'impaccio (quasi) da sola ergendosi ad eroina e paladina non solo dei propri diritti ma soprattutto del proprio popolo.
Anche i sette nani, aumentati di un'unità, sono dei birboni e mezzi briganti interpretati con grande simpatia da un cast di attori britannici di elevatissimo lignaggio.
Kirsten Stewart se la cavicchia senza particolari problemi, anche se per fascino, esperienza e presenza scenica cede alla Theron lo scettro di regina non del regno ma sicuramente almeno del set. La giovane attrice però funziona, alla faccia dei detrattori che ne condannano la consacrazione attaccandosi alla nota sbobba romantico/vampiresca, dimenticando però il pregevole il percorso professionale costellato di piccole produzioni in cui ha sempre ben figurato.
L'eccessiva semplicità di alcuni passaggi è pecca accorpabile ad altre piccole magagne, su tutte la lentezza di alcuni momenti e l'inutilità di qualche dialogo al cui posto avrei gradito uno scontro in più con i letali guerrieri di vetro, sicuramente insieme al troll protagonisti delle sequenze più spettacolari.