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DJANGO UNCHAINED regia di Quentin Tarantino

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Invia una mail all'autore del commento stuart     7½ / 10  25/01/2013 14:29:58Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Nel momento stesso in cui sono partiti i titoli di testa, per tutta la durata della proiezione, e ancora oggi che ne scrivo, il mio più grande rammarico è la mancanza di una cultura spaghetti western che mi avrebbe consentito di cogliere un numero maggiore delle tantissime citazioni di cui "Django Unchained" abbonda sin dal titolo (omaggio al Django di Sergio Corbucci). Non mi vergogno (o forse dovrei?) di ammettere che se non fosse stato l'8° film [1] di Quentin Tarantino un western sarebbe stato decisamente in fondo alla mia watch-list.

Veniamo al film. Che sia per motivi di trama che per motivi meramente tecnici [2] è suddivisibile in due distinte parti.

Prima parte: Splendida. Da 10.

Christoph Waltz domina pressoché indisturbato la scena. Non aggiungo altro, ma chi ha adorato Hans Landa in "Bastardi senza gloria" si innamorerà senza se e senza ma del Dr. Schultz. Toh! Tedesco anch'egli.

In puro stile Tarantiniano: situazioni paradossali e grottesche, dialoghi dai contenuti e dai tempi comici perfetti, scene e movimenti di camera (specie negli interni) che rasentano il feticismo cinematografico. Tutto ciò a cui Tarantino ci ha abituato e che diamo ormai quasi per scontato.

Seconda parte: uhmmm. Da 6.

A questo punto è Jamie Foxx (Django) che prende in mano le redini della baracca e siccome né il suo personaggio né le sue doti attoriali gli consentono la magniloquenza di Christoph Waltz, il proseguimento della pellicola attiene ad una prova più muscolare che altro, supportata da situazioni e circostanze che -a mia opinione- si stiracchiano con (auto)indulgenza affinché la vicenda prosegua fino all'epilogo proprio esattamente come deve proseguire fino all'epilogo.

E no, non parlo di veri e propri plot-hole, ma di 'leggerezze' nella sceneggiatura che non ti aspetteresti in un film di Tarantino.

In conclusione.

No, non è il "capolavoro" di Tarantino. Pulp Fiction e Bastardi senza Gloria sono un gradino e anche due sopra Django Unchained.
E' un film bellissimo, che nonostante alcuni momenti eccessivamente dilatati intrattiene senza noia per quasi 3 ore, ed è sicuramente una spanna sopra la maggior parte dei film usciti nell'ultimo biennio, non fosse altro che per il sincero amore per il cinema che il regista esprime in ogni scena.
Tuttavia non ho trovato in Django ciò che realmente amo di Tarantino: i personaggi approfonditi in modo (quasi) maniacale, le storie che si intrecciano, la trama non lineare.



[1] secondo una conta restrittiva, che non tiene conto di Four Rooms e la guest direction in Sin City, tanto meno di lavori televisivi come Grave Danger.

[2] Nota di biasimo ai gestori del multisala di Torino, dove ho visto il film, che hanno inserito --del tutto arbitrariamente!-- una pausa di 5 minuti verso la metà film, nel bel mezzo di una scena nel suo pieno svolgimento.
giovielory  25/01/2013 15:46:43Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
sono daccordissimo col tuo giudizio.
film molto bello, ma da 7,5 pure per me.