kowalsky 5 / 10 13/03/2008 23:11:32 » Rispondi "Lo vede come è facile manipolare gli uomini? Qualcuno dovrebbe scriverci un saggio" (cit.)
Tronfio e ambiguo apologo militar-sciovinista, indicativo solo dell'oscuro obiettivo del regista: agiografare l'eroismo bellico e il suo presunto liberismo rispetto alla schiavitù delle catene e delle "prigioni di stato". Paradossalmente, ciò che ottiene il film nel suo squallido tentativo di fare propaganda è rafforzare la tesi che esistono vari tipi di prigionie mentali e fisiche, e l'esercito non è meno degradante di una prigione. Che ci fa un liberale come Redford in un film del genere, dando vita a un personaggio - altro che Brubaker - talmente sconfortante nella sua idiozia? (spoiler)
L'idea del Castello non è affatto male, comunque: anzi il transfert gerarchico tra il protagonista e il direttore, è efficace - poco importa che quest'ultimo sia una macchietta più assurda che credibile. E la rivolta trasformata in una (prevedibile) macchina da guerra è un momento di buon cinema. Ma come incrocio tra "papillon" e "taps-squilli di rivolta", il film vanta momenti involontariamente comici, e sono quelli più sciovinisti, roba da far impallidire Van Demme e fare dei suoi film dei rispettabili esempi di sobrietà ideologica. Diciamola tutta: saranno "veri soldati", ma non toglie il fatto che siano fuorilegge puniti dalla legge spesso per capi d'accusa assai gravi.
Non è certo un film mal girato, tutt'altro (ripeto la scena della rivolta e bla bla bla) però... ma in fondo rispecchia la stupidità di un'intero paese e di chi l'ha girato, anche bene