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THE AVIATOR regia di Martin Scorsese

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ELY81     8½ / 10  16/08/2007 21:34:52Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Se dovessi valutare questo film dal punto di vista tecnico allora lo definirei senza troppa fatica un capolavoro. Gli oscar alla scenografia, ai costumi e al montaggio della sempre eccellente Schoonmaker sono stati meritatissimi. La regia di Scorsese è come sempre impeccabile. Il film racconta i primi vent'anni di Howard Hughes, grande pioniere dell'aviazione, il cui genio è stato imprigionato, nel corso degli anni, da una strana forma di ossessione ai germi. Una biografia che potrebbe risultare insolita per Scorsese, ma il suo personaggio richiama stranamente quel Rupert Pupkin di The King of commedy. Entrambi sono uomini ossessionati. Ma Hughes non era ossessionato dal successo, ma dalla velocità e non solo- " sono l'uomo più veloce del mondo" amava ripetere. Il film è prolisso (quasi tre ore di durata sembrerebbero una prova di forza per lo spettatore), ma il ritmo è avvincente. A differenza di molti che hanno trovato questo film lento, il ritmo è una delle caratteristiche principali delle pellicole scorsesiane, anche quando il regista adotta uno stile lineare di narrazione. Semmai è la capacità che ha la storia di far presa sullo spettatore che può essere discutibile. In ogni caso ci troviamo di fronte ad un prodotto di buona qualità, dove la Hollywood degli anni d'oro, con le sue attrici ( la Harlow, la Gardner e la Hepburn sono state tra le fidanzate di Howard), le bellissime sequenze aeree di Hell's angels, le notti festosi del Coconut Grove e i primi piani di Jane Russel, fanno da sfondo alla storia del miliardario playboy, che fu anche produttore e regista. Ottime le interpretazioni, a partire da DiCaprio, nei panni di Hughes rivela una grande intensità espressiva ed emotiva, soprattutto nelle scene del suo isolamento nella parte finale del film. Un ruolo che avrebbe dovuto essere premiato con l'oscar , ma che fu scartato al posto della fredda e manieristica " imitazione" di Foxx, nei panni di Ray Charles. Ottima anche la Blanchett nei panni della Hepburn, che a quanto pare imitava anche lo strano accento dell'attrice. Due sole note un po' fastidiose sono l'eccessiva lunghezza della pellicola e la finta tragedia. Non è tragedia greca tutto ciò che caratterizza l'ascesa e la caduta di un personaggio, tantomeno la follia. La follia della tragedia è caratterizzata da un incapacità della mente umana di concepire degli eventi catastrofici. Sono gli eventi stessi, in questo caso, portatori della follia. La follia celebrale ( come nel caso di Hughes) è svincolata dagli eventi stessi. Probabilmente forse per questo motivo il film stenta ad emozionare. E questo è un aspetto che non posso tollerare da un maestro del sublime. Stavolta si è accontentato di realizzare un film semplicemente bello.
Danton  21/06/2008 16:37:56Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Il voto è per Di Caprio, giusto? Perchè in film con Di Caprio hai dato tutti voti alti!! E' un bravo attore questo è certo, ma sto film è una mattonata
ELY81  17/07/2008 00:31:07Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Pessima come battuta. Credo di avere offerto delle motivazioni esaurienti a giustificazione del voto che ho dato al film. Se poi tu non l'hai trovato affatto interessante non è un problema mio, cambia genere.