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JOURNEY TO JAPAN regia di Sadao Nakajima

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Ciaby     6 / 10  17/07/2012 20:08:48Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Film peculiare, quest'opera di Nakajima (di certo non l'ultimo dei cretini, riuscito a darsi, nel corso degli anni un tono molto autoriale e personale), dove il fulcro del suo sviluppo è sicuramente la straordinaria presenza scenica di Christina Lindberg, regina incontrastata del pulp, della sexplotation svedese, apparsa in film di diverse nazionalità (anche molti pinku-eiga giapponesi, come questo) ed esplosa di popolarità con "Thriller: A Cruel Picture" (1974) di Bo Arne Vibenius. All'epoca, una vera e propria star, riconosciuta per la sua enigmatica bellezza e per il suo sguardo stralunato, in grado di bucare lo schermo, sebbene le sue qualità recitative non siano mai troppo alte.

La Lindberg è molto brava, però, qui nel ruolo della straniera in terra straniera: oggetto di violenze, di incomprensioni, piena di emozioni impossibile da esprimere.
Un film che, pur non avendo una trama molto solida (è proprio il classico pinku giapponese dell'epoca, dove la narrazione è un pretesto per mostrare le curve delle protagoniste e le perversioni che tanto piacciono ai giappi -sadomasochismo, gioco di ruolo, stupro, libertà sessuale, sesso di gruppo) riesce a dare diverse riflessioni, mostrando comunque una certa capacità autoriale del suo regista: il film riflette sulla distinzione tra un paese ritenuto assolutamente aperto dal punto di vista sessuale, come la Svezia, e un paese che punta ad esserlo, ovvero il Giappone, dove i giovani amano spingersi oltre i tabù, ma dove, talvolta, la tradizione torna a farsi risentire.

"Journey To Japan" gioca bene le sue carte, senza annoiare, fotografa con un crudo equilibrio tra irrealismo e realismo una vicenda che si districa in vari generi, dal pulp più spinto al dramma romantico, passando per il thriller, l'action e persino la commedia.

Opera di mille suggestioni, non riuscitissima, ma comunque godibile, che sicuramente farà (o ha sicuramente già fatto) la gioia di Tarantino. Un film che va visto per completismo e, sicuramente, migliore di molti altri colleghi del genere.