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NEVERLAND - UN SOGNO PER LA VITA regia di Marc Forster

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ironica     8 / 10  07/02/2005 21:54:22Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
“I bambini non dovrebbero mai andare a dormire. Si svegliano più vecchi di un giorno. E quando meno te lo aspetti, sono diventati adulti.”
Forse è una storia d’amore.
Quello pulito e onesto, ingenuo e incondizionato, che unisce James Barrie alla famiglia Davies e li avvicina sempre più, che confonde la finzione dei giochi e delle favole con i reali rapporti di padre e figlio, di marito e moglie.
Ed è proprio questo uno dei pilastri sui quali si regge Finding Neverland, la “doppia” vita dell’autore di una delle favole più “magiche” di sempre, Peter Pan.
La storia della gestazione dell’opera di un uomo, eterno fanciullo dentro, che scrisse di un bambino che non è cresciuto mai.
Un uomo ingenuo e onesto, con una moglie borghese che mai lo comprese fino in fondo e che, quando lo capì, non riuscì a reggere il peso di una così disarmante genuinità e semplicità, del tutto noncurante della società che non vedeva di buon occhio la sua innocente relazione con i quattro Davies e con la loro giovane madre Sylvia.
E la sua sorprendente immaginazione, in totale contrasto con i benpensanti dell’epoca che, adulti, si scordano totalmente cosa significhi essere bambini.
Ci pensa Barrie a ricordar loro cosa significhi sognare, credere in qualcosa così profondamente e totalmente che “se ci credi davvero, fino in fondo, accade veramente”.
L’eterno dilemma tra sogno e realtà, finzione e razionalità, il passaggio dall’infanzia all’età adulta, il mistero della vita e della morte.
Una pellicola che commuove senza mai cadere nel mieloso e nel banale, tra il malinconico e l’ironico, ma pur sempre con intelligenza.
E a chi importa se la realtà (o quella che a noi è pervenuta come tale) non è stata riportata fedelmente, che importa se c’è chi dice che il suo rapporto con questi bambini era un po’ troppo equivoco e ambiguo.
Per una volta è bello crederci, è bello accantonare ogni sospetto, ogni malizia, per lasciarsi travolgere e trasportare dalle emozioni e dalle sensazioni che questo film sa dare, con l’ingenuità e l’innocenza di cui solo i bambini sono capaci.
Perché riuscire a credere in questa favola è più difficile che non crederci;
è come ammettere che, forse, possiamo portare sempre con noi quel qualcosa di puro e di magico che ci spingeva a lasciare un bicchiere di latte e un piatto di biscotti sul caminetto la notte di Natale. Quel senso di speranza e di incondizionata fiducia verso un futuro lontano, non ancora “sporcato” dalle delusioni e dall’amarezza che la vita nel frattempo ci ha riservato.
valemiuz  09/02/2005 20:12:17Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Belle parole le migliori che ho letto su questo sito!Brava!
ironica  10/02/2005 12:07:37Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Ti ringrazio...sono contenta che il mio commento ti sia piaciuto.