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TO THE WONDER regia di Terrence Malick

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Dompi     8 / 10  11/10/2015 22:14:40Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
To the wonder può apparire un film debole, molto autocompiaciuto, poco riuscito, per me è stato un'esperienza avvolgente e affascinante, un film che descrive l'amore meglio di tanti altri che ci provano e non ci riescono. Trovatemi un film romantico che abbia una regia simile, un montaggio così potente, una fotografia per cui non ci sono più parole per quanto è un grande Lubeski(che ha vinto per un Gravity qualsiasi e non per il suoi magnifici lavori a fianco a Malick e questo attesta l'attendibilità che un Oscar può valere). C'è chi afferma che To The Wonder sia inesorabilmente uno scarto di The Tree Of Life che Malick non abbia osato ma si sia fermato lì cadendo in un baratro di riflessioni già sentite e riciclate secondo me invece in To The Wonder(e personalmente è questo che rende affascinante il film) Malick osa e introduce il dubbio della Fede, della presenza del Divino, della credenza religiosa, del tradimento e del peccato come non ha mai fatto in nessun altro dei suoi film.

Dopo "The Tree of Life"(che reputo il miglior film degli ultimi 15 anni insieme a Mulholland Drive), Malick firma probabilmente il suo film più autobiografico proseguendo in un percorso personalissimo intrapreso ormai da "The New World", dove più nulla è come prima:la narrazione è abbandonata, le ellissi temporali sono sempre più presenti, la sceneggiatura così come i dialoghi sono ridotti ai minimi termini, il voice off diventa più pregnante e scandisce quasi ogni sequenza, e da qui si delinea un bivio: chi decide di accettare questo "deviazione"(a mio parere un'evoluzione) di percorso non sarà deluso, chi per forza di cose pretende una narrazione "classica"(come lo straordinario "I Giorni Del Cielo") rimarrà deluso o alquanto irritato. E lo dico io stesso a cui affibio un voto più che positivo, il film non è esente dai difetti, è sicuramente uno dei film "minori" della filmografia di Malick(e con minori non intendo infimi o sgradevoli, questo To The Wonder, così come altri film minori di grandi Maestri del cinema valgono innumerevoli volte tutti i film che escono ormai negli ultimi anni) ma chi ha detto poi che un regista affermato ormai entrato nella storia del cinema(qual'è Malick) debba sempre fare capolavori o film grandiosi?

Che dire poi della musica orchestrale di questo film? Tutta la sequenza dell'incontro(con il commento sonoro del Cantus Articus op.61) tra Ben Affleck(Neil) e Rachel McAdams(Jane) è di una bellezza poetica che tocca il cuore(loro che attraversano le spighe del campo di grano sotto il sole, il silenzio così confortante della Natura che ospita i bisonti, lei che si gira e lo guarda senza farsi vedere, lui che la nota e lei che si volta guardando l'orizzonte, "Una bambina è morta, mio padre mi disse di leggere la lettera ai Romani:quello che succede è per il meglio", "Io non avevo Fede, lo sapevi? Avevi paura?", "Non posso più permettermi di fare sbagli con gli uomini", "Vorrei che tu venissi più spesso puoi farlo? Ti stavo aspettando", "Ti amo").

To The Wonder ci spinge dentro ad un microcosmo di pochi protagonisti e mostra l'amore tra gli esseri umani come un capriccio, come qualcosa che non può durare per sempre, come un'esperienza incomunicabile: Neil e Jane parlano inglese, Marina è russa e metà francese, Padre Quintana è spagnolo. L'amore è presente ovunque, in ogni paese, cultura e nazione eppure non si riesce a vederlo, è "attorno ma non si ha alcuna esperienza di esso". L'incomunicabilità si trasforma in blocco dei sentimenti e non c'è altro da fare che poter ragionare da soli, tra sè e sè, senza la fortuna di di ricevere risposte rassicuranti. Gli uomini sono così separati gli uni dagli altri che amare diventa una prerogativa per (ri)unirsi il più possibile in quell'amore che sembra così inconciliabile e nemmeno il sacerdote che dovrebbe apparire nella sua Fede sicuro e certo si ritrova in quelle debolezze che Marina gli confessa: un intervento divino sembra impossibile, l'amore è dubbioso, le esistenze sono infelici e misere.

Ed è per questo che a mio avviso che to the Wonder è più un film sulla solitudine e l'abbandono più che sull'amore nel suo senso più tradizionale: Marina cerca il sogno un'amore eterno("ti amerò per sempre")ma vede quest'ultimo infrangersi, Tatiana la figlia è in cerca di una famiglia che la ami ed è costretta a trasferirsi, Jane è già stata tradita da altri uomini in passato e non può "più permettersi di fare sbagli con gli uomini", Padre Quintana cerca di "risvegliare la presenza del Divino" fallendo e rattristandosi. Marina s'interroga su cosa sia questo "Amore che ci ama", "L'amore... da dove proviene? Chi ha acceso questa fiamma in noi? Nessuna guerra può spegnerla, conquistarla. Ero prigioniero, mi hai liberato" per citare La Sottile Linea Rossa, l'amore lo si avverte, lo si sfiora ma non lo si riesce ad accogliere e la natura, qui come in altri film di Malick, è sì consolatoria ma fredda e distante dall'uomo, uno spettatore "meccanico" che osserva e scruta il tutto.

Il paesaggio del Mont- Sant Michel inizia e termina il viaggio in un movimento circolare che abbraccia il vissuto dei protagonisti, specialmente quello di Marina che cerca un ultimo contatto con la Natura quasi ad interrogarLa volteggiando e giocando con Lei. La luce le incendia il viso e lo sguardo s'illumina per un istante, un ricordo lontano le viene a far visita, è la Meraviglia(da cui il titolo) che si rispecchia nel paesaggio francese ricordo di un'amore passato.