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L'UOMO DI ALCATRAZ regia di John Frankenheimer

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Invia una mail all'autore del commento kowalsky     9 / 10  14/03/2007 22:16:45Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
L'obiettivo di Frankenheimer non è certo quello di riabilitare la figura di Stroud ma semplicemente di raccontarla, senza preconcetti... la sua vicenda, con l'ostilità del mondo carcerario (opps dei carcerieri) e in un primo tempo del "dogma" legislativo mi ricorda la storia di Edward Bunker, che ci ha messo decenni prima di essere scoperto come scrittore di talento grazie alle sue "esperienze di vita".
La contraddizione di fondo resta questa: al di là delle colpe e dei crimini commessi la carcerazione tenta di impedire a un'individuo di agire diversamente, e di cercare una riabilitazione propria (propria) attraverso le sue passioni.
Frankenheimer era un cineasta davvero interessante, quello degli ultimi due decenni (a parte il non disprezzabile "ronin") è solo un fantasma del regista di un tempo.
Burt Lancaster straordinario: la sua recitazione intensa sommessa e controllata reca l'impronta dell'imbarazzante confronto con tanti divi contemporanei, e sarà difficile trovare performance di questo tipo, nel cinema di oggi