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ARGO regia di Ben Affleck

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Invia una mail all'autore del commento kowalsky     7½ / 10  13/03/2013 19:01:54Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
La capacità e la riuscita artistica di Argo dipende esclusivamente da un fattore: non si prende mai davvero sul serio. Tanto più che una storia tanto assurda nalla storia dei delicati rapporti internazionali sembra, per quanto strano possa sembrare, una storia vera. Affleck regista si muove su diversi parametri, dal thriller politico allo sfottò satirico di una certa hollywood retriva (un poco à la fratelli Coen per intenderci e non a caso c'è John Goodman). Proprio quella Hollywood che imbastisce assurdi script di fantascienza per i box office e per ingannare gli spettatori di bocca buona. E' davvero esilarante la descrizione degli studios piena di personaggi tanto diseguali quanto eccentrici e assurdi...In quest'ottica strano a dirsi commedia demenziale e thriller politico convivono alla grande, anche quando si inseguono strade già battute in passato (da Pollack alla citazione di OO7 dalla Russia con amore, con tanto di mediazione all'interno della chiesa di Santa Sofia a Istanbul!). E funziona come un congegno a orologeria l'odissea dei diplomatici nel lungo viaggio verso casa, con l'emotività e i clichè tipici dell'action movie classico. Tutto aderisce nel migliore dei modi alle aspettative degli spettatori, gli stessi che ovviamente disertano Zero dark thirty perchè ti ferisce direttamente e senza lo stesso carico di adrenalina. Tutto bene, anche se non cambia la mia personale classifica dei miei film favoriti del 2012 (Cosmopolis di Cronenberg, Moonrise Kingdom di Wes Anderson, Apres Moi di Assayas, e poi Bertolucci, Vromen, S. McQueen's "Hunger") nè la certezza che I re della terra selvaggia rivesta ragioni del cuore molto più grandi, ma Argo resta un bellissimo esempio (guai, lasciarsi sfuggire i primi fotogrammi sulla rivoluzione Khomeinista) di come si possa aggirare l'ostacolo con una lucidità d'intenti che lascia visibilmente sorpresi. Manca forse di vera passione, quella viscerale dei prodotti destinati a rimanere nella storia del cinema, ma obiettivamente è coerente con le sue aspettative
Un cinema (fin troppo?) liberaldemocratico che allude a un'ipotesi di verità