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7 PSICOPATICI regia di Martin McDonagh

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hghgg     7½ / 10  13/02/2014 11:14:42Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
C'è gente che si è fatta delle seghe mentali pazzesche su questa pellicola, vedo. Mi spiace che sprechino neuroni così.
Perché in realtà questa è una tranquilla, semplice, divertente commedia nera come ce ne sono state tante sulla scia di Quentin Tarantino (e di certo Scorsese, di conseguenza).

Se McDonagh con "In Bruges" aveva dato vita ad un gioiello di puro grande cinema, qui vola più basso, sfornando qualcosa di palesemente più disimpegnato, grottesco e divertente; il risultato è più che valido e ne esce fuori una Black Comedy fatta come si deve, sceneggiatura e dialoghi spesso radenti la parodia, personaggi grotteschi e sopra le righe, regia "tarantiniana" con alcune belle soluzioni e idee di McDonagh che è più personale di quanto si potrebbe credere, anche in questo film, e che è un regista che terrò volentieri d'occhio.

Nemmeno ho riscontrato un calo nella seconda parte, tutto si mantiene su un valido livello regalandoci anche una spassosa e assolutamente "out of the border" parte finale nel deserto. Soggetto non certo originale, il meta-cinema, il film nel film e soluzioni derivanti sono stati sviscerati per decenni, però McDonagh tratta il tutto con abilità, e riesce a tenermi incollato sullo schermo per tutta la durata del film, facendomi divertire non poco e regalando davvero parecchi bei momenti e scene memorabili.
Merito anche agli attori che sono in gran forma e regalano valide e spassose interpretazioni dei loro folli personaggi.
Sugli scudi c'è Sam Rockwell (ammirato come straordinario one-man-show in "Moon" di Duncan Jones) davvero grande, istrionico, schizato, sempre sopra le righe ma mai fastidioso, un'interpretazione divertente e divertita, per me la migliore del film. Rockwell domina la scena e cavalca il grottesco con grande abilità, dimostrandosi attore versatile e di grande talento e prendendosi la palma del vero protagonista del film fregandola a Farrell. Ecco quest'ultimo magari un po' scialbo e non particolarmente carismatico, non se la cava male ma non è una delle sue prove più riuscite. Cristopher Walken è certamente una garanzia e qui fa splendidamente il suo dovere, non ci spenderò su troppe parole. Woody Harrelson è un perfetto psicopatico in effetti (oh "A Scanner Darkly") gangster esilarante e grottesco oltre ogni previsione, insieme a Rockwell è protagonista vero dello spassoso finale nel deserto. Non è comunque la sua prova migliore ma risulta anche lui convincente. E poi c'è il Maestro. C'è Tom Waits. Tom Waits che se ne va in giro con un coniglio in braccio. Musicista, songwriter, autore, cantante e innovatore tra i più grandi nella storia della musica, da tempo si è, tra le varie cose, scoperto anche un bravo attore (e possiamo citare ottime interpretazioni in "Daubailò" di Jarmusch, "Dracula" di Coppola, dov'è uno dei migliori, "America Oggi" di Altman e "Parnassus" di Gilliam nel quale interpreta uno straordinario Lucifero). La sua presenza scenica è incredibile e magnetizza la scena nei pochi minuti a disposizione anche se fa più presenza che altro. E infatti la scena finale del film, durante i titoli di coda, è tutta sua. Tom Waits col coniglio in braccio si prende la scena e chiude il film, arrivederci, il maestro si allontana "It's Closing Time, Last Call For Drink..." (cit.) in un vortice di risate e divertimento, ma anche si sublime venerazione per quest'uomo, che rientra tra i 5 artisti che preferisco in assoluto.

In definitiva, una Black-Comedy indubbiamente di stampo tarantiniano ma perfettamente riuscita (tanto che non ha nulla da invidiare ai sopravvalutati lavori post "Pulp Fiction" del capostipite, forza lanciate pure gli ortaggi), ben diretta, divertente, con scene e sequenze riuscite e ottime interpretazioni. Film da prendere assolutamente alla leggera, ma bello.