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ALI' HA GLI OCCHI AZZURRI regia di Claudio Giovannesi

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Invia una mail all'autore del commento Andrea Lade     7½ / 10  12/11/2012 02:28:47Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Nader , un sedicenne musulmano , residente con la sua famiglia ad Ostia è fidanzato con una ragazza romana e questo rapporto non viene accettato dalla famiglia di lui,che per ribellarsi decide di scappare di casa , vagando assieme al suo amico fraterno Stefano in cerca di un riparo migliore.
I due ragazzi , pur non essendo dei delinquenti professionisti, vivono di espedienti e se la rapina al mercato può essere un evento occasionale, la lite in discoteca o il furto alla prostituta sono effettuati con estrema disinvoltura; sullo sfondo troviamo una fedda ed insolitamente inospitale periferia romana popolata da bande di rumeni, prostitute , trans ed immigrati ben al di sotto della soglia di povertà. Anche le frequentazioni più ortodosse , quelle non malavitose , sono di stampo corposamente periferico e se la classe scolastica conserva come tratto identificativo un linguaggio fortemente dialettale, nella famiglia di Stefano e perfino della ragazza Brigitte si ritrovano i valori del sottoproletariato: rispetto assoluto del pater familias, espressioni primitive, rapporti padre-figlio di natura marziale, gerarchie interne ben costruite.
Il protagonista pur indossando spesso le lenti azzurre, simbolo un po' forzato della ricerca di una identità differente non ha nessuna ambizione borghese e nessuna voglia di riscatto , ma solo il desiderio di non omologarsi al dettame della sua religione che non gli permette di frequentare la sua Brigitte.
Il film odora molto di documentario pasoliniano: saranno le immagini dell'idroscalo (e del lungomare ostiense), la presenza di attori non professionisti , forse le sequenze in movimento o i riferimenti sessuali ed omosessuali , ma Stefano e Nader , il cui rapporto fraterno ricorda vagamente Marco e Ciro in Gomorra, non riescono ad essere inseriti in una vera storia. Pur essendo la recitazione molto comunicativa , il film manca di una sua struttura compatta e si ha la sensazione di un laboratorio (perdonatemi il termine) neo- neo realista , dove una cinepresa segue e pedina le vicende domestiche di famiglie nella realtà quotidiana. Belli però alcuni momenti: mi sono piaciute le scene dirette nella scuola , dove la spontaneità degli studenti (studenti è veramente un eufemismo) e il freddo trasmesso da un litorale invernale mi hanno fatto vivere sensorialmente il film.