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CHAINED regia di Jennifer Lynch

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Invia una mail all'autore del commento tylerdurden73     7½ / 10  07/12/2012 11:07:35Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Agghiacciante sorte quella toccata a Tim, rapito assieme alla madre da un serial-killer e quindi incatenato per anni in una disadorna casa isolata. Dapprima utilizzato come schiavetto tuttofare, poi una volta cresciuto instradato a diventare allievo e complice del suo aguzzino.
Tra accettare il sangue o rifiutarlo si palesa finalmente una scelta , tragica quanto si vuole ma concernente un possibilità di affrancarsi da quelle quattro mura in cui il suo sviluppo mentale si è fermato a nove anni, ovvero l' età in cui fu sottratto alla vita.
Jennifer Lynch cresce, prende qualcosa dall' illustrissimo padre David, identificabile non in modo netto ma nella composizione di alcune scene, nel modo di utilizzare le luci oltre che nel ricorrere spesso a effetti sonori disturbanti, soprattutto si redime dal pasticciaccio di "Boxing Helena" che sembrava aver messo fine alle sue aspirazioni più di un ventennio fa.
Con "Surveillance" il riscatto, con "Chained" la conferma di certe doti manifestate tra interni spogli e fatiscenti, da un incedere claustrofobico impressionante e dall'entità di una violenza psicologica mai gratuita e difficilmente digeribile.
Le scene più crude sono esiliate fuori campo, alla Lynch interessa più scandagliare le dinamiche di un rapporto di sottomissione convertito in un confronto padre/figlio con tutte le deviazioni del caso.
Il finale a sorpresa appare un po' esasperato, tuttavia non si può negare che sorprenda piacevolmente. Buona l'attenzione posta sul cambiamento della vittima, interpretata da Eamon Farren , bravo nonostante l'esecrabile somiglianza con i vampiri efebici di "Twilight".
Che poi a riempire la scena , e viste le dimensioni non solo in modo figurato, è Vincent D'Onofrio, eccellente nel tratteggiare una figura instabile, a suo modo paterna ma profondamente disturbata.
Pochi i cedimenti ravvisabili in alcuni momenti ristagnanti e nella poca originalità riguardo l'infanzia del serial-killer, tutto il resto però regge alla grande.