Jolly Roger 7½ / 10 11/05/2013 16:34:21 » Rispondi Ho visto il film con attenzione, ci ho riflettuto su, ho letto i commenti...ma è molto difficile dare un voto a Chained, per la su particolarità. Sicuramente è originale: una vicenda simile non è mai stata portata sullo schermo, perlomeno da quel che mi ricordo. Un serial killer alleva un ragazzino, che è il figlio di una delle sue vittime. Il serial killer è un pazzoide, un "predatore sessuale" - per usare un termine d'uso in questi giorni, perché in questo modo si è auto-definito l'altro ieri il Mostro di Cleveland, protagonista di una sordida storia per certi versi molto simile a quella raccontata da questo film. Intendiamoci anche con la locuzione "allevare un ragazzino": non lo fa di certo come si potrebbe allevare un figlio. Lo alleva come un animale domestico... ma molto peggio che un cane! Rabbit, il coniglio, vive incatenato e deve fare tutti i lavori di casa. Deve preparare da mangiare. Deve pulire lo sporco. Deve ripulire il sangue, dopo che il pazzo ha ucciso qualcuna. Deve seppellire i corpi. Finché, un giorno, il rapporto tra il carnefice e l'incatenato inizia a cambiare: il carnefice comincia a provare verso Rabbit una sorta di affetto. Vuole che Rabbit impari qualcosa. Sente di essere responsabile verso questo ragazzo. Sente di dover dare a quel ragazzo una piccola parte di quel che un padre dovrebbe dare a un figlio: la conoscenza, la passione, la trasmissione di qualcosa. A modo suo, ovviamente...
e tant'è che mica gli insegna la geografia! No, cercherà di insegnare al Coniglio il corpo umano, che è come un puzzle. Bisogna capire come gli organi lavorano insieme. Chiaramente occorre "aprire" gli essere umani per comprenderlo bene, bisogna far pratica, tipo scuoiando qualche bella liceale. Eh sì sennò colla sola teoria poi oggi mica si trova lavoro :-)
Gli attori recitano straordinariamente, potrebbero essere da oscar. La fotografia è bellissima, giallissima, piena davvero di questi gialli a volte accesi a volte opachi che rappresentano la lucida follia che illumina il disordine mentale che regna nella mente del pazzo, e anche quando tendono verso gli arancioni danno l'impressione che le immagini si stiano mischiando a quel sangue che fa da sfondo a tutto il film. L'inizio, il primo quarto d'ora, davvero ti stritola lo stomaco: mi ha fatto male, tristemente emozionante. Il problema è che questo film è troppo semplice, è un film monco: una volta che hanno rappresentato la storia di questo rapporto innaturale e perversamente simbiotico tra vittima e carnefice... embè?! E allora? A dimostrazione di quanto dico, è lo stesso film, verso la fine, a dimostrare imbarazzo per la propria semplicità, tant'è che...
nel finale tenta di darti il colpaccio di scena. E per carità, ci riesce anche (io non me l'aspettavo proprio per un ca.zzo che il padre fosse coinvolto, e che il Pazzo fosse quindi lo zio di Rabbit). Però non è che mi abbia colpito più di tanto come finale, m'ha lasciato più che perplesso...Davvero, mi sembra eccessivo: già la storia a cui assisti nel corso del film, anche se nel complesso sta in piedi, a volte però traballa... Se poi nel finale mi tiri questo scherzone del padre che è coinvolto e dappiù è il fratello del pazzo, è un po' come si mi tiri un calcio sulla stampella, no? Sarebbe stato - a mio parere - più onesto e più credibile un happy ending, il padre che abbraccia il figlio e basta. Troppo conformistico, eh? Allora dai, facciamo che il pazzo risorge, diventa uno zombie, va su Marte e lì combatte a fianco degli "Ufi" contro gli uomini lupo.
Per quanto riguarda i titoli di coda, nei quali si sentono solo rumori di fondo ma non si vedono le immagini, vedo che circolano in rete due interpretazioni opposte:
- c'è chi sostiene che i rumori di fondo stanno ad indicare che Rabbit si stà preparando ad uscire in macchina, per fare l'unica cosa che ha imparato nella sua vita...ovvero essere un predatore sessuale. Il buio rappresenterebbe in questo caso il sonno della ragione (che genera mostri ;-)
- c'è chi dice al contrario che Rabbit si chiude in macchina per suicidarsi col gas, tant'è che si sente che si chiude la saracinesca del garage, quindi Rabbit non starebbe uscendo di casa; il buio rappresenterebbe la fine, l'assenza di vie di uscita, la necessità di fuggire da una vita che non ha riservato nulla di bello ma solo dolore.
La prima teoria corrisponde maggiormente ai rumori. Infatti, il garage non si chiude, bensì si ri-apre. infatti, Rabbit lo aveva appena aperto e poi subito richiuso 2 minuti prima, nella scena finale. Quindi il rumore della saracinesca non può che essere la ri-apertura, visto che era chiusa. Rabbit ha messo qualcosa in macchina e sta partendo. Per dove? Poco prima, si sente un fruscio di carta: Rabbit sta sfogliando qualcosa e si sente distintamente che sottolinea qualcosa con la matita: che cosa può essere? forse è l'album delle liceali, quello fatto dallo zio pazzo. Forse ha scelto una vittima. Forse seguirà le orme dello zio pazzoide.
Oppure, forse, ha semplicemente scelto una città, una strada sulla mappa, un luogo dove andare a costruirsi una vita e scordarsi il male. Io propendo per questa interpretazione; se ne va via, si lascia tutto alle spalle. O almeno glie lo auguro.
In conclusione, a mio parere, Chained è un film tecnicamente perfetto, vittima però di una storia troppo semplice. Ottimi attori, ottima fotografia, ottima musica, ottima sceneggiatura. Tutto si muove alla perfezione, per cavar fuori da questo film il massimo che questo film può dare. E ci riescono! Più di così non si poteva fare, davvero. Lo consiglio.