Raramente un film italiano mi ha dato tante emozioni come questo. L'ultimo forse è stato "Le chiavi di casa".
Il regista è davvero capace di tenere per quasi 2 ore il cuore e la mente assorbiti dalla metamorfosi spirituale della protagonista (la bravissima Bobulova), che ad un certo punto della sua vita "perde la bussola" e riscopre il suo cuore sacro, per anni celato dalle sue ambizioni professionali, per le quali ha sacrificato la vita affettiva, sino a portarla sull'orlo della pazzia.
Fanno da contorno una serie di personaggi molto ben descritti che danno forza e struttura alla trama del film, anche se è proprio sulle spalle della Bobulova che si regge l'intera pellicola.
Il film non è stucchevole, non è banale, non da facili risposte a domande esistenziali, anzi, risponde con altre domande ancora, stimolando molte riflessioni.
E allora si esce dalla sala con gli occhi umidi e la voglia di essere migliori...non è poco per un film no?