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CUORE SACRO regia di Ferzan Ozpetek

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Invia una mail all'autore del commento kowalsky     6 / 10  11/03/2005 23:14:38Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
No, ragazzi, Ozpetek non è un bluff... Dunque: immagino un libro di qualche centinaio di pagine, arrivo alla fine fiatando ma se sono giunto al capolinea vuol dire che qualcosa mi ha suscitato interesse, e mi sono posto diversi interrogativi, superando l'avversione per qualche lungaggine di troppo. Prendo questo libro e scopro, come in tutto il cinema di Ozpetek, attimi sublimi sovrastati da un'eccesso di forma e vanità. Gira miracolosamente bene, a volte, ma sembra un arabo riverente (inchino please) verso il cinema italiano, ritrova l'Irene di Europa 51 quando Rossellini riuscì - maledetto - a distruggere meravigliosamente (o effetto affettivo del suo Privato) l'angelica Ingrid Bergman con un personaggio - almeno nella prima parte - purtroppo non molto diverso da lei stessa (la Divina che ama il benessere, il lusso, che abbandona i figli per tornare a Hollywood e bla bla bla). Ammira Winspeare ma non riesce a cancellare il ricordo del cupo "vaghe stelle dell'orsa" di Visconti a cui l'eternità decadente della dimora (in quel di Volterra allora, centro di Roma oggi) tangisce esplorazioni vive e traumatologiche dei fantasmi (da Bunuel a "la stanza del figlio" di Moretti Nanni). Beh allora? Allora non mi basta sapere che il cinema di ozpetek è ancora lì, a sensibilizzare sui paraventi monotematici (la sfera di cristallo freudianamente sociale in cui le sue eroine amano sguazzare - il crogiolo di un'habitat sociale indotto dall'occulta ferita rimossa, un'ombrello per sovrastare la tempesta quando ti bagna). Gli schemi sono praticamente gli stessi che già avevano convinto a metà nel sopravvalutato "la finestra di fronte": incontri inconsueti che celebrano il fasto tardivo di una rivalutazione di sè, la visione di un'otttica che non si vuole vedere e improvvisamente costringe la Buy Giovanna Mezzogiorno o Bobulova a "vedere"impietosamente e a giudicar(si)e, ancora incidenti di macchina e fantasmi evocati nel silenzio, Almodovar o Cassavetes? Troppe cose per un uomo solo che aspetta di diventare un grande regista: filma con magnifica etica sukoroviana volti emanciati e laceri di un terzo mondo occidentale (le mense per i poveri) ma poi eccede, delirante di abnegazione laica, convertito al potere della parola (del richiamo Divino) al decorso dei videoclip o al finto-thriller onirico che fa tanto Dario Argento senza colpo ferire (attendiamo vanamente un coltello piantato al collo di Irene, sindrome della dimensione "nuda" della solitudine collaterale)
Quel che maggiormente infastidisce è pero' quel bisogno assoluto di stagnarsi sui parametri della fede, da una parte attraverso bignamizzazioni aforistiche di pensiero "debole" ("Perchè trasformare il passato, i ricordi, in denaro?" - "Tutto intorno a noi sta cambiando" - "I miracoli non bastano", "io non ho niente di mio") che dovrei leggere su Donna Moderna et similia, dall'altro forzando la mano su una condivisibile mutazione di Irene, riportando tutto allo specchio della schizofrenia. Perdita di coscienza secondo Ozpetek riguarda esattamente cio' che è inopportuno sollecitare, in quanto predestinato a rifiutare una società imperfetta che pero' porta ognuno di noi alla rassicurazione ego(t)istica delle nostre tasche e del nostro cuore, sacro o meno che sia. E allora io credo che l'autore - che indubbiamente ha un grande talento tecnico ma ancora una certa carenza psicologica - sia ancora alla ricerca di se stesso. Comtinua a porsi domande, interrogativi, senza trovare una soluzione ai suoi quesiti. Perso forse nelle sfere di cristallo della riverenza (ai maestri del nostro cinema e d'oltreoceano) o del proprio seducente conformismo

p.s. ennesimo esercizio di prolissità di kowalsky, per chi mi sopporta ancora
JoJoGay  12/03/2005 10:57:21Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
C'è anche chi, i libri, se li legge fino in fondo sempre e comunque, anche quando sono ca.gate pazzesche (rif.).
Definire il cinema di Ozpetek "attimi sublimi sovrastati da un'eccesso di forma e vanità" può anche essere corretto (anche se "sublime" è a mio avviso decisamente iperbolico), ma quando questi attimi sublimi sono appunto manciate di fotogrammi che si perdono in un mare di nulla, come si può dire che nel complesso il gliudizio possa essere positivo?
dio padre  12/03/2005 13:26:37Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
"a "vedere"impietosamente e a giudicar(si)".Credo che il giudizio di cui tu parli non ci sia stato,semmai un mero cambiamento privo di visione introspettiva.Per lo meno il sottoscritto l'ha percepito come un "ascolte del profondo",non come una valutazione e una successiva rivisitazione del suo passato con conseguente "evoluzione diversiva".Anche perchè lei nella fase "illuminata"non si rivolge alla zia con toni sprezzanti,ma rassicuranti.Ha compiuto una scelta che in quanto soggettiva non inperversa in quadro oggettivo.Il giudizio è una voce troppo forte a mio avviso,forse è indiretto,ma non credo sia appropriato definirlo tale.Saluti e complimenti ancora una volta per il commento...non mi soffermo su ciò che condivido per chè non c'è gusto...è la critica che mi alletta...;o)
Invia una mail all'autore del commento kowalsky  12/03/2005 14:21:51Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Ok in ogni caso ammetti che una forte relazione, direi quasi kieslowskiana, tra le protagoniste dei suoi film esiste comunque Anche il personaggio di Alessandro Gassman in "bagno turco" è costretto a scoprire un'imprevista attrazione omosessuale. In ogni caso tutti/e sono costretti a porsi interrogativi, a mettersi in discussione, e magari incosciamente era proprio quello che di cui avevano bisogno
dio padre  12/03/2005 15:13:08Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
La "scoperta"della quale hai accennato è eloquente:ovvero nel momento in cui sono consapevole,tornando al tuo esempio,di essere omosessuale,il giudizio decade...anche perchè si tratta o di una scoperta o di un cambiamento ed in quanto tali non cancellano con disprezzo il passaggio anteriore dato che rimane pur sempre il punto di partenza...Alla protagonista del film è dato da scoprire la sua naturale indole,celata nel "cuore sacro",di agire per perseguire il bene comune e non per scopi egoistici(come la zia)e questo "nuovo agire"non si pone in contrasto con il "vecchio agire",ma si differenzia per i caratteri costitutivi.Comunque un giudizio è scatenato dagli interrogtivi relativi alla "situazione attuale"e quindi siamo d'accordo eh eh,ma diciamo che non sono forti,ovvero più che domande sono imperativi che in quanto tali hanno un grande potere d'induzione nel cambiamento,anche radicale del soggetto.
Invia una mail all'autore del commento kowalsky  14/03/2005 14:53:16Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
sì condivido perfettamente Pero' io non trovo "hamman" un film sulla scoperta dell'omosessualità, semmai sull'esperienza omosessuale come Esperienza affettiva (e anche sessuale certo) un bisogno di superare il binomio dell'attrazione fisica per diventare una monogamia mentale, non so se mi spiego tuttavia penso che alla fine più che un pretesto per redarguire sulle difficoltà e attenzioni da porre nelle scelte "spirituali" trovo che "cuore sacro" finisca per perdersi più volte in una compiaciuta catechesi laica parere personale, ovvio
dio padre  14/03/2005 23:47:29Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
(vedi la risp.di la)...Credo in questo "cuore sacro".
Invia una mail all'autore del commento paul  11/03/2005 23:20:19Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
ma no, invece i tuoi commenti son belli...l'ho già scritto una volta
medusa  16/03/2005 22:17:58Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
tangisce ?
Invia una mail all'autore del commento kowalsky  12/03/2005 14:22:17Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
troppo buono
beowulf  11/03/2005 23:46:10Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
dovrebbe però staccarsi da quell'attrazione morbosa per "la bambina milionaria"
Invia una mail all'autore del commento kowalsky  12/03/2005 14:16:07Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
non capisco a cosa ti riferisci, alla Bobulova? La bambina del film invece io la vedo come una proiezione di lei stessa, e in effetti in quella stupida giraffa Irene trova un raro momento di purezza, di nostalgico pudore, rispetto all'esistenza opportunista che conduce nel lavoro
beowulf  12/03/2005 18:18:14Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
intendevo "Million Dollar Baby"