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LA GRANDE FUGA regia di John Sturges

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Dom Cobb     7½ / 10  20/03/2020 15:01:06Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Seconda Guerra Mondiale. Un gruppo di americani segregati in un campo di prigionia nazista decide di organizzare una fuga di massa, la più ambiziosa mai messa a punto nella storia: oltre duecento prigionieri. Nonostante la cura dei dettagli nella pianificazione e lo sforzo collettivo, non tutto andrà come previsto...
Uno dei capisaldi del genere bellico e d'evasione, "La grande fuga" si rivela un classico film kolossal tipico dell'epoca, caratterizzato da una durata spropositata, un impressionante dispiego di mezzi e una sfilza di grandi nomi nel cast lunga come un treno. A conti fatti, comunque, il voto finale è più uno di rispetto che di apprezzamento personale, visto che nonostante tutto il film non rientra fra le mie preferenze.
Non che ci sia qualcosa di oggettivamente brutto o fatto male, anzi: la regia di Sturges, mestierante per lo più molto affidabile, è solidissima e il cast offre prestazioni di grande livello. Su tutti troneggia il trio McQueen-Bronson-Pleasance: il primo tratteggia quello che sarà il suo solito tipo di personaggio, il duro dal buon cuore, mentre agli altri due spettano forse le figure più interessanti e sfaccettate, grazie soprattutto ai loro difetti che vengono messi in mostra nel corso della vicenda, che si tratti di claustrofobia o di un'avanzante cecità. La lunga fila di comprimari, per quanto competente, si limita giusto a far da spalla, e a lungo andare alcuni finiscono per confondersi un po' tra di loro.
Per il resto, l'ostacolo più grande al godimento della pellicola è la durata, che risulta spesso spropositata e danneggia il ritmo, soprattutto nella prima parte. Molto tempo viene riservato alla preparazione del piano, forse troppo, e la vicenda in generale fatica a ingranare. Soltanto una volta che il piano viene messo in atto le cose si fanno davvero interessanti, e da quel momento in poi la tensione e il ritmo salgono per non mollare più la presa.
In questo aiutano il clima di tragedia imminente che avvolge la pellicola dall'inizio alla fine,


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e una serie di brevi, ma elettrizzanti scene d'azione, il che è tutto dire se si considera che il tasso di spettacolarità, supportato dal formato panoramico, non è poi così elevato. Le scene da antologia non mancano, soprattutto le famigerate prestazioni in motocicletta di Steve McQueen. Ma nonostante tutto venga portato a termine con pulita, efficiente professionalità, vi è come la sensazione che manchi qualcosina, quella scintilla in più per catturare lo spettatore e tenerlo incollato allo schermo senza un attimo di tregua. Forse un minimo di approfondimento in più dei personaggi, o magari una durata un po' più ridotta e un ritmo più spedito avrebbero aiutato.
In ogni caso, "La grande fuga" rimane solido intrattenimento, con quelle due o tre scene capaci di regalare sufficiente soddisfazione.