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IL LUNGO ADDIO regia di Robert Altman

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elio91     8 / 10  17/05/2012 11:46:42Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Lo premio per il suo essere una continua gara di anticonvenzionalità. "Il lungo Addio" è talmente poco cinematografico e quasi destrutturato da tutte le regole che dovrebbero fare di lui un noir da essere un altro lavoro da ricordare del grande Altman. Tratto da Chandler, con protagonista Marlowe, il rischio è grande ma Altman riesce a demitizzare del tutto in primis il protagonista (eccezionale l'inizio con il gatto, un quarto d'ora di altissimo (non)cinema), poi Hollywood tutta in questa sua battaglia durata tutta una vita.
Un modo di fare cinema difficile da inquadrare ad una prima occhiata, ma che se visto attraverso i giusti filtri può entusiasmare parecchio; ovviamente se si cerca un Marlowe puro secondo la visione di Chandler bisogna andare indietro a quelli mitici di Bogart e Mitchum, ma Gould rappresenta in un certo senso il canto del cigno del personaggio e del genere: un uomo solo, strafòttente ma anche disilluso, che nel finale si prende un'ultima rivincita inaspettata.
Ma per quanto fino ad ora abbia parlato di non-cinema, ovviamente non è la definizione esatta: scene potentissime ce ne sono a bizzeffe, al di là di qualsiasi tono grottesco e satirico assume la vicenda. Altman sapeva il fatto suo; anche la fotografia contribuisce a rendere quantomeno "strano" questo lunghissimo, agonizzante addio di un cinema che già all'epoca aveva fatto il suo tempo. Altman lo aveva capito, Hollywood ovviamente era troppo impegnata a contare i soldi.