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SOLO DIO PERDONA - ONLY GOD FORGIVES regia di Nicolas Winding Refn

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Invia una mail all'autore del commento tylerdurden73     8 / 10  20/01/2016 11:16:14Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Piacevolmente spiazzante, è questo il primo aggettivo che viene in mente guardando "Solo D.io perdona", ultima fatica dell'accoppiata Refn/Gosling, qui lontanissima dalle atmosfere di "Drive". Non dico che ci si trovi in zona "Valhalla Rising" ma poco ci manca; tra spaccio di droga, prostitute minorenni e l'arte marziale dal muay thay finiamo in una suburra thailandese in cui si dipana un revenge movie decisamente sui generis. Intermezzi onirici punteggiano una narrazione in apparenza elementare in cui la ragione è bandita, vittime e oppressori si scambiano di ruolo messi in moto da un fatto di sangue inspiegabile.
Ovvero, alla base di tutto, un efferato omicidio, il colpevole punito secondo una visione barbara, quasi biblica oserei dire. Quindi l'ira funesta di una madre che vuole abbeverarsi alla fonte della vendetta. Toni da tragedia greca con annesso complesso edipico tra antieroi sconfitti e malinconici, incapaci di emozionarsi limitandosi ad un'impassibilità inquietante, rigidi come marionette su un proscenio dominato da un deus ex machina (la formidabile Kristin Scott Thomas) che è unico elemento in cui l'emozione sembra prevalere sull'abulia.
Regia da urlo (stupendi i campi lunghi) e avvolgente utilizzo del colore (rosso e blu a dominare), sintomatici di quanto Refn curi ogni dettaglio con pazienza certosina sino alla composizione di un quadro vivente di pregiatissima fattura.
Violenza frontale e studio maniacale dell'inquadratura fanno di Refn un regista che evidentemente degli allori se ne sbatte, con buona pace dell'eccellente "Drive" che è sicuramente il film grazie al quale ha raggiunto le grandi platee. Il regista danese però è altro, basti pensare ad alcuni dei suoi precedenti lavori. Il suo è un percorso più audace e complesso, addirittura anarchico nelle scontate logiche da botteghino quando rovina i connotati al bel Gosling, alimentando altro orrore tra le donzelle.
Refn pone un altro importante tassello sulla via della sua personalissima consacrazione, dedicando il tutto al nume tutelare Alejandro Jodorowsky.