Terry Malloy 10 / 10 28/05/2008 21:15:00 » Rispondi Il mio preferito del regista. Un film di un’amarezza e di un pessimismo inauditi. L’opera è lontana da altre produzioni di Avati in un cui non si sprecano ironia, leggerezza, spensieratezza, anzi l’atmosfera è fortemente cruda, disillusa, agonizzante, congelata. Alla fine si avverte un forte senso di disagio dovuto alla forte carica di suspance, di dolore, di incomunicabilità di cui è permeato l’episodio. Probabilmente mai nessuno ha raccontato l’amicizia con il pretesto delle carte (soprattutto del poker), l’assoluto cinismo oltre all’inganno è ingrandito dalla nota sarcastica riguardo al Natale. Gli sguardi sull’albero ricordano quelli di Kieslowski nel terzo Decalogo, in cui la riflessione verteva sull’impossibilità del “santificare la festa”, la quale depauperata e relegata a ruolo prettamente borghese (“a Natale siamo tutti più buoni”) oppure a ruolo marginale, inutile, abitudinario (non a caso l’albero è fuori dalla casa). Non meno angosciante è il personaggio, interpretato magistralmente, di Lele. Bravissimi tutti gli attori, su tutti Delle Piane e Abatantuono (anche se gli preferisco Cavina e Haber).