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PARIS, TEXAS regia di Wim Wenders

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elio91     9½ / 10  08/03/2010 22:14:33Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Ecco un altro capolavoro di Wenders,regista che non amo assolutamente ma che ha azzeccato una sequenza di film magnifici a partire proprio da questo Paris,Texas.
Eppure in sostanza è sempre lo stesso stile lento,introspettivo e virtuoso fino alla nausea. Invece no. Qui qualcosa è cambiato,a partire dalla prima sequenza nel deserto.

Le fantastiche musiche di Cooder ci introducono nella storia di Travis,cosi assurda e senza senso all'inizio ma che si costruisce lentamente agli occhi di noi spettatori,ignari di cosa ci stia a fare questo personaggio strano,quasi comico,con un berretto rosso e la sua fisicità da cartone animato,nel deserto texano.

Lentamente,senza fretta (non ne abbiamo bisogno) ci godiamo i paesaggi fantastici,i movimenti lenti della macchina da presa,la profondità assoluta e fondamentale degli spazi americani e dei legami tra i protagonisti.
La famiglia e l'amore analizzate in maniera sensibile e mai banale.
La sceneggiatura di Shepard è molto bella pur non avendo niente di eccezionale, ma la bravura di Wenders la amalgama alle immagini in maniera perfetta.
Proprio questo era sempre mancato a Wenders,una storia all'altezza.
La costruzione progressiva della trama rende ogni sequenza un emozione,un forte battito al cuore. Per una volta il virtuosismo fine a sè stesso del Tedesco qui non si nota,almeno per me.
La colonna sonora leggera e tagliente è splendida.

E non si può non parlare dell'elemento fondamentale per la riuscita del film: Harry Dean Stanton. La sua prova è monumentale ed eccezionale,lui che pur essendo un attore fantastico di ruoli da protagonista ne ha avuti relativamente pochi.
Poi c'è anche un bravissimo Stockwell. Curioso notare come entrambi (specie il primo) lavoreranno in più film di Lynch.
Nastassja Kinski è anche lei fenomenale e il suo è forse il ruolo più difficile,forse a pari merito con quello di Travis.

La sequenza memorabile del peep show si ritaglia spazio come una delle più sentite ed eccezionali della storia del cinema,con buona pace dei detrattori di Wenders.
Se si vuole trovare un difetto alla pellicola,forse è proprio il fatto che è di una lentezza esasperante ma ripeto,in questo caso questa lentezza non può far altro che rendere ogni scena più gustosa e profonda.

Sono due ore e mezza,ma consiglio caldamente di vederlo con tanta calma ma soprattutto sapendo che ci si trova di fronte a qualcosa di non facile.