Romi 8½ / 10 22/06/2018 15:48:31 » Rispondi Dopo una pura formalita', per me, il migliore di Tornatore. Le tematiche principali del film sono il dualismo finzione/realta': ("In ogni falso si nasconde qualcosa di autentico"), il concetto di bellezza (Virgil e' un banditore d'asta ossessionato dai ritratti di donna), il disagio esistenziale (agorafobia, misoginia che sconfina nelle ossessioni). Potrebbe definirsi un thriller psicologico.
Tutto si svolge come un ingranaggio perfetto di cui fa metafora un automa che viene ricostrito man mano che si ritrovano i pezzi, di pari passo allo svolgimento della tresca o inganno nei confronti di Virgil. Lo stesso Virgil e' un ingannatore, riesce a procurarsi le opere d'arte che gli interessano realizzando l'offerta piu' bassa grazie ad un suo collaboratore che poi sara', a sua volta, l'artefice della truffa a suo danno. Alla fine Virgil si aggrappa all'unica frase di Clare che spera sincera: "Qualsiasi cosa accada, ricordati che ti amo" e sulla sua stessa frase: "Dietro ogni falso si nasconde qualcosa di autentico". Il locale nella piazza di cui gli parlo' Clare esiste veramente, lui entra nel ristorante ed e' come Clare glielo descrisse, si siede e spera di incontrarla. Anche il locale e' arredato da tanti ingranaggi da orologio, simili alle rotelle dentate dell'automa. Tutto sembra ancora confermare un piano macchinoso a suo danno. L'unica piccola verita' e' l'esistanza della piazza e del locale descritto da Clare.