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ZERO DARK THIRTY regia di Kathryn Bigelow

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pino08     8 / 10  19/02/2013 21:47:05Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Non capisco la maggior parte delle critiche mosse contro questo film! Patriottico?? Forse vi sono sfuggite le scene di tortura.. Ambiguo?? Direi piuttosto distaccato. Onestamente non mi frega niente se Bin Laden sia stato catturato sul serio o se sia stata solo una mossa mediatica, ciò che affascina di questo film è tutto il resto..
Ho anche apprezzato tantissimo la fotografia. Per quanto mi riguarda mi è piaciuto più di "The hurt locker", e poi le 2 ore e 20 passano che è una meraviglia!
FerminKR  20/02/2013 20:24:58Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Di antiamericani e ferventi teorici complottisti , purtroppo, ne è pieno il mondo.
Invia una mail all'autore del commento cupido78  21/02/2013 18:14:47Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
...siete voi vittime di un complotto. se solo avessi studiato...maledetta ignoranza
FerminKR  21/02/2013 19:38:04Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
E' vero...siamo vittime..ma non di un complotto.
Siamo "vittime" di gente come te che nutrendosi di un profondo odio verso gli U.S.A. si erge a nume tutelare della verità.
Moderni super-eroi con capacità tali da non rimanere loro stessi vittime del complotto di cui tanto vanno blaterando.
Non sapendo che:
Essere "complottisti" è uno stato correlato a difficoltà di relazione con il prossimo e ad insicurezza lavorativa (o irrealizzazione professionale)
e soprattutto ad uno stato di anomìa (mancanza di norme e regole sociali che controllano il comportamento personale, scatenata spesso da un trauma o da cambiamenti continui della propria condizione personale).
Questo almeno emergeva da uno studio effettuato nel 1992 da Ted Goerzel su 348 studenti universitari.
Il complottista crede a più complotti, non è quasi mai convinto di una sola teoria ma le sposa tutte.
È spesso di classe socioeconomica medio-bassa ed il suo credo politico è ininfluente.
Ma c'è di più, si sono scomodati anche sociologi (Lipset and Raab nel 1970) e storici (Groh nel 1987),
che hanno determinato che il pensiero cospirativo è tipico di gruppi antisemiti ed autoritari, frequenti sia in Europa che negli Stati Uniti.
Secondo il pensiero complottista (e sempre da quello che scrive Groh) il "grande cospiratore" è secondo le epoche rappresentato dagli ebrei,
dai comunisti, poi dai capitalisti ed infine dai servizi segreti. I grandi avvenimenti devono avere "grandi esecutori".
Così le torri gemelle non furono abbattute da un gruppo di fanatici ma da un piano organizzato dal governo americano
o Lady Diana non può essere morta per colpa di un autista ubriaco ma per mandato dei servizi segreti inglesi.

Che le teorie complottistiche si fermino davanti ad un ostacolo enorme e deciso è ininfluente (per i complottisti).
Tutte le teorie del complotto infatti (tutte, o non si chiamerebbero "teorie") non hanno una sola prova che ne confermi la plausibilità.
È quello che succede con le medicine alternative: nel momento in cui dimostrassero la loro efficacia,
cesserebbero per definizione di essere "alternative" entrando pienamente a far parte del bagaglio medico dell'umanità.
In un processo, un sospettato di reato a carico del quale non si scoprisse una sola prova nonostante decenni di indagini,
studi, analisi, verrebbe assolto, senza appello. Le grandi teorie del complotto invece non si assolvono mai,
sono sempre vive ed anzi si moltiplicano, crescono, vengono vendute come "assodate" per chi ci crede.
Il complottista non è un testimone oculare, non era presente al momento dell'avvenimento che crede "frutto di cospirazione",
si basa su supposizioni, filmati, foto, tutti elementi insufficienti per accusare intere organizzazioni, gruppi, nazioni o governi di crimini efferati.
Osserva sempre Goerzel infatti, che il complottista non si basa su prove di fatto per sostenere le sue teorie ma sulla generalizzazione dei fatti
ed ogni nuova cospirazione ne origina un'altra, in un percorso senza fine:
se la cospirazione degli americani è stata capace di uccidere il loro amato presidente Kennedy,
è "ovvio" che gli stessi americani sono responsabili anche di un'altra cospirazione, quella dell'11 settembre.
Non è provata la prima, non è provata la seconda ma in un unico passaggio mentale due grandi avvenimenti diventano due cospirazioni assodate.
Qualcuno ha paragonato questo tipo di logica ad una sorta di effetto Barnum. Chi arriva a credere agli alieni prigionieri nascosti nelle basi militari USA,
non può fare a meno di credere a tutto quello che viene dopo (dalle abductions, alle installazioni aliene sulla Luna).
Una delle ultime ricerche sull'argomento è stata preparata da Virem Swami e Rebecca Coles ed ha il titolo "The truth is out there" (La verità è lì fuori)
e punta molto sui disturbi paranoici scatenati da eventi personali.
Si parla oltretutto del fatto che è ìnsito nell'uomo cercare una spiegazione accettabile anche dove non esiste.
Come accettare che dei terroristi abbiano fatto schiantare degli aeroplani su due grattacieli causando migliaia di vittime?
Inaccettabile e ragionevolmente non comprensibile.
L'unica spiegazione può essere qualcosa di nascosto, di segreto: un complotto all'insaputa di tutti.

Ti calza a pennello!
Febrisio  15/03/2013 20:52:33Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Chi critica questo film non significa che sia per forza ed esclusivamente antiamericano o complottista.

Basandosi su eventi reali, anche importanti, e porli al centro dell'attenzione, penso che sia il minimo criticare nel bene e nel male le riflessioni che il film pone... e quelle che NON pone.
Invia una mail all'autore del commento cupido78  20/02/2013 17:39:20Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
L'esistenza o meno di Bin Laden è il nodo centrale della storia contemporanea occidentale dal 2001 in poi. Se un film non avanza dubbi sulla vera natura di questo fantomatico esponente del terrore, legato alla CIA, poi ai Bush e che l'11 settembre smentisce di essere l'autore dell'attacco aereo alle torri allora c'è qualcosa che non va. la bigelow non ha girato un film fantasy, ma un film-documentario su un episodio ambiguo. I seals non riescono a catturare vivo il demone, depositario di tutti i segreti del terrore? Credo bisogna riflettere su questo quando si vede un film che di innocuo non ha niente e di propaganda ha molto.