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LINCOLN regia di Steven Spielberg

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Invia una mail all'autore del commento tylerdurden73     7½ / 10  06/02/2013 10:49:12Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Biopic basato sui febbrili mesi che precedettero la ratifica della legge sull'abolizione della schiavitù. Ovvero il celebre 13° Emendamento con l'obiettivo puntato su Abraham Lincoln, 16° Presidente degli Stati Uniti e primo sostenitore di quella strenua lotta mirata a rendere l'America un paese in cui la parola democrazia avesse davvero un senso.
La guerra di Secessione con il suo terrificante tributo di sangue si srotola in parallelo alle sorti di questa rivoluzionaria abrogazione, il conflitto è legato strettamente al dibattito che tra colpi bassi di varia natura si scatena nel Congresso. Il termine prematuro della guerra significherebbe mandare in fumo il tentativo di liberare gli schiavi, per questo motivo Lincoln si muove in perfetto equilibrio tra le corruttibili fazioni, non sempre con metodi ortodossi, inseguendo entrambi gli obiettivi e cercando di limitare i danni.
Spielberg offre un ritratto lontano dalla mera venerazione e soprattutto scevro, almeno in parte , della consueta retorica a buon mercato che spesso satura i suoi lavori. Complice un sempre bravo Daniel Day-Lewis ( anche se Tommy Lee-Jones è ancor più degno di lode) l'uomo raccontato è affascinante, arguto e mirabilmente abile nell'arte oratoria, ma anche tormentato e in perenne conflitto con i suoi fantasmi. L'angoscia per i 600.000 soldati rimasti sul campo e la sofferenza celata per la morte del figlio Will, oltre alle enormi responsabilità che finiscono con l'incidere sul suo ruolo famigliare, costruiscono un ritratto umano credibilmente poliedrico.
La pellicola è un fitto susseguirsi di dialoghi con scene d'azione limitate ai primissimi minuti con la condanna degli orrori bellici questa volta quasi sempre fuori campo ma non per questo meno incisiva. Di grande impatto la sequenza dei cadaveri accatastati a Petersburg, laddove Lincoln per la prima volta comprende l'immane prezzo pagato dal suo paese, con il terribile scenario di morte a intensificare il senso di colpa che verrà poco tempo dopo cancellato dal famigerato attentato.