elio91 8 / 10 23/09/2010 15:50:53 » Rispondi Con una fotografia dai toni caldi,ambientazioni solari e tanta liricità,ancora una volta Miike cambia registro e questo sequel di DOA è,se possibile,ancora più bello del primo. Che poi di confronti non se ne possono neanche fare a prescindere dato che i punti di contatto sono solo i due attori principali e il regista,tutto il resto è un sequel secondo Miike,ovvero qualcosa di completamente diverso. Se la violenza è ancora una volta presente non è lei la vera protagonista della pellicola,bensì l'infanzia e la nostalgia. Takashi riesce a creare immagini di una potenza devastante uscendo dai cliché degli yakuza-movie senza mai risultare retorico o scontato. Il ritorno all'infanzia che ci viene raccontato riesce a commuovere e ad immedesimare anche perché per una volta i due sicari non sono i soliti giapponesi taciturni e pronti a scannarsi tra di loro,ma ci vengono rivelati come amici di infanzia che escono lentamente dal loro guscio (o ruolo) e tornano letteralmente bambini. Merito di flashback e di montaggi alternati freneticamente con una sapienza che deriva evidentemente da un'esperienza infinita. Perfino le scene che dovrebbero essere più patetiche,grazie al richiamo a volte quasi fastidioso del sangue in un contesto che rimane di gran lunga e per buona parte del film solare,risultano invece simpatiche e sempre convincenti.
Il concetto alla base del primo capitolo di Dead or alive cambia,quindi,anche se i punti di contatto non si fermano solo all'utilizzo degli stessi attori o del regista: i due protagonisti sono questa volta amici e non nemici,d'accordo,ma ancora una volta messi sotto una luce che li rende diversi completamente l'uno dall'altro,uno angelo nero e l'altro bianco. Ma entrambi angeli,di conseguenza puri. Il sentimento di purezza dell'infanzia,come dei bambini si troveranno a voler fare del bene con i metodi imparati da adulti. Eppure si ha la sensazione che Miike questa volta non cerchi per nulla di essere politicamente scorretto e non solo per quanto riguarda gli argomenti trattati,riuscendo a trovare con semplicità sequenze emotivamente forti e struggenti senza artifici tecnici di chissà quale ingegno: bastano un'onestà di fondo e 2 accordi musicali. Il resto sembra quasi uscire fuori da solo.