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L'UOMO CHE AMAVA LE DONNE regia di Francois Truffaut

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KOMMANDOARDITI     7½ / 10  28/03/2011 19:44:57Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Quante donne ha amato durante la sua vita il serioso Bertrand, scapolo impenitente dall'aria tenebrosa e dal volto scavato, uomo carico di fascino charmant, stile impeccabile e parca raffinatezza. Anche adesso che è morto, prematuramente purtroppo, e la sua bara è oramai adagiata nel fondo di una fossa, le sue tante compagne gli sono tuttavia vicino, lo attorniano dall'alto per un ultimo saluto, congedandosi e rendendogli omaggio proprio nella maniera che lui avrebbe più desiderato: una rapida ma serena sfilata di gambe rosee ed affusolate, perfetta commemorazione carnale e geometrica al tempo stesso.

Col suo inconfondibile tocco delicato e pudico, Truffaut ci illustra una propria visione riassuntiva dello sterminato universo femminile, filtrandolo attraverso gli occhi ed il vissuto di una figura all'apparenza grigia ed insignificante ma in realtà ricca di sfaccettature e contraddittorie pulsioni. Per ripercorrere post-mortem le fasi salienti dell'esistenza amorosa di Bertrand, l'autore ricorre ad un semplice espediente "telescopico" e fa esporre il contenuto del libro autobiografico, scritto dallo stesso protagonista, alla consulente letteraria della casa editrice responsabile. Il gioco è di quelli stuzzicanti, soprattutto considerando l'impalpabile limpidezza con la quale viene svolto: una donna che snocciola ad uno ad uno i capitoli di un testo in cui a sua volta è uno scrittore/uomo a narrare le proprie avventure sentimentali.
Interprete centrale del film è Charles Denner, che con pacata umiltà riesce ad infondere una straordinaria naturalezza realistica al suo personaggio, suggerendo agganci più che evidenti a quel Doinel, alter-ego truffautiano di alcune celebri opere precedenti.
Quello che osserviamo spostarsi concentratissimo da un luogo all'altro sin dall'inizio, è un uomo ossessionato in maniera addirittura feticistica dalle gambe femminili (precisamente solo per la metà inferiore, quella che va dal ginocchio sino alla caviglia), oggetti statuari e animati che alla sua sensibilità appaiono come vellutati compassi dal potere armonico e razionalizzante. Bertrand non è un playboy, un dongiovanni, un casanova e nemmeno uno che cerca di apparire virile ed imperscrutabile ad ogni costo; al contrario è il bambino di 30 anni prima, che ricerca compulsivamente le qualità caratteriali della madre nei particolari delle ragazze che segue ed insegue per le strade di Montpellier.
Riflettendo metaforicamente ciò che lui fa durante il suo lavoro di perito scientifico (sottoponendo modellini di navi ed aeroplani a rigorosi test di idro-aerodinamicità), il nostro aspira nient'altro che all'utopico trait d'union tra l'imperfezione passionale del suo essere, rivolto al passato, e la perfezione cerebrale del suo voler essere, tentando di convogliare la sua indole infantile e giocosa nei binari della quadratezza logica e razionale.
Da lucido osservatore e catalogatore qual è, il libro che Bertrand decide di dedicare a se stesso, lungi da qualsiasi tipo di proposito auto-celebrativo, assume i connotati di uno schietto e sfacciatissimo vademecum intimo sul (com)portamento femminile, basato su studi empirici severi ed approfonditi, quasi uno scrupoloso trattato "etologico" sulla specie Donna, ritratta ed immortalata in tutti i suoi pregi, difetti ed idiosincrasie.
La leggerezza e la velata ironia che il regista francese è in grado di trasmettere alla pellicola suonano ad oggi cose davvero inconsuete e sorprendenti (in molti direbbero datate e sorpassate, erroneamente) ed emoziona vederle emergere anche in piccolissimi gesti, magari nello smarrimento di uno sguardo dinanzi ad un paio di "antipatici" pantaloni.
E alla fin fine quale immagine resta più impressa di questo esteta del gentil sesso? "Pappagallo senza averne l'aspetto, gatta morta con l'aria tormentata", "un malato, un fissato, un caso patologico", "un romantico disincantato", "un ordito di contradddizioni" o "semplicemente un uomo"?
Nikilo  28/03/2011 19:54:34Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Io direi "esteta del gentil sesso".
Grande Nico ( come sempre del resto) bella recensione, accurata e dettagliata! Io come vedi mi sono fatto prendere piuttosto la mano, il film mi è piaciuto particolarmente!

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KOMMANDOARDITI  28/03/2011 20:20:11Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Troppo gentile, Igor :)
Anche se, rileggendo quel che ho scritto, mi sono accorto di aver commentato il film con eccessiva frettolosità, tralasciando un sacco di aspetti e considerazioni che andavano assolutamente approfonditi e meglio coordinati (in realtà ogni singola figura femminile andava analizzata e rapportata alle reazioni del protagonista e agli sviluppi della storia).
La cosa positiva è però quella di aver visto finalmente, dopo tanto tempo, un qualcosa al di sopra della sufficenza ;)
Nikilo  28/03/2011 20:49:30Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Sì lascia stare in effetti è un problema che ho anche io, ogni volta dopo che l'ho pubblicata mi viene in mente qualche dettaglio aggiuntivo, che non si poteva omettere...Però dai per come la vedo io non è così preoccupante, forse siamo eccessivamente scrupolosi! Comunque ci avevo pensato, poi ho abbandonato l'idea per due motivi, il primo perchè come dice Bertrand molte delle sue conquiste lui le ha dimenticate motivo per cui ha deciso di scrivere la sua biografia, e secondo molte vengono solo accennate quindi non si avevano poi così tanti elementi da tracciare un profilo psicologico per ciascuna..
Sì come ti capisco salvo qualche rara eccezione sono anche in carestia di lavori fatti come si deve!
Comunque anche questa volta missione compiuta!
outsider  23/07/2011 23:13:56Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
bravo!
bel commento e buon gusto!
KOMMANDOARDITI  28/07/2011 01:22:26Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Grazie 1000, Out!
Il guaio è che scrivo pochissimi commenti: son pigrissimo all'ennesima potenza e devo ringraziare soprattutto il pio Nikilo e i suoi doverosi calci di sprone nel mio didietro ;-)


Nikilo  28/07/2011 20:45:59Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
"Voce fuori campo o monologo interiore o voce di Dio"

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outsider  28/07/2011 21:04:43Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Ragazzi, meglio commentare un film di meno ma farlo bene, poi, quando anche il commento diventa diletto per sè stessi, allora ben vengano le centinaia.
Anche perchè poi bisogna avere il tempo per amare le donne...tanto per essere in tema.