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THE SACRAMENT regia di Ti West

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Invia una mail all'autore del commento tylerdurden73     7 / 10  09/03/2015 10:55:14Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Per il suo found footage Ti West si ispira a fatti realmente accaduti nel 1978. Anno in cui più di 900 persone si suicidarono nella giungla della Guyana, dove il reverendo Jim Jones aveva trasferito la setta denominata "Il tempio del popolo" da lui fondata qualche anno prima.
Senza dichiarare apertamente la fonte d'ispirazione West riprende questa ecatombe volontaria riformandola nella portata e in alcuni particolari. Nella realtà l'episodio destabilizzante fu da attribuirsi a un'indagine governativa mirata a scoprire eventuali atti violenti o coercitivi nei confronti degli adepti. Nella finzione filmica troviamo un cameraman e un giornalista accompagnare un amico alla ricerca della sorella, ex tossica e ora affiliata al gruppo controllato dal personaggio conosciuto con l'eloquente soprannome di "Padre", tra l'altro ottimamente interpretato da Gene Jones (incredibile coincidenza la somiglianza tra il nome dell'attore e quello del fondatore della comunità).
West si fa notare per uno stile di regia intelligente, mai banale, pur restando fedele ai dettami del falso documentario. Purtroppo non riesce a dare consistenza ai personaggi, semplici figure disorientate in balia degli eventi. La forza del Padre però è indiscutibile, capace di lasciare traccia indelebile nella memoria dello spettatore, un manipolatore nato il cui carisma viene a galla nell'ottima scena dell'intervista.
Si mostra l' orrore partendo dalla ragioni inerenti tale suggestione: i motivi di carattere sociale, politico ed economico vengono tutto sommato sviscerati con realismo, soprattutto se si pensa riferiti a un paese in cui notoriamente aggregazioni di questo tipo sono piuttosto diffuse.
La storia non è esattamente coinvolgente, anche se efficace nel mettere in evidenza il potere della parola impregnato con la superstizione religiosa nei confronti di persone affette da dabbenaggine/disperazione/ignoranza. Infine non male l'idea di sdoppiare la narrazione ad un certo punto, con il cameraman finito in mezzo la giungla e il giornalista rimasto intrappolato nel campo, dove ovviamente la follia del Padre non tarderà a rivelarsi.
Complessivamente non male, anche se il mio tiepido entusiasmo per il regista continua a rimanere tale.