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THE GREEN INFERNO regia di Eli Roth

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The Gaunt     7½ / 10  29/10/2015 23:11:36Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Eli Roth non ha mai fatto mistero dell'ammirazione verso il cannibalm movie italiano e di Cannibal Holocaust in particolare. La dedica a caratteri cubitali "Per Ruggero" alla fine dei titoli di coda è fin troppo lampante. Allo stesso tempo però se la storia di Green Inferno riprende il canovaccio dei Deodato e Lenzi, lo stile è completamente differente e lo mostra fin dall'inizio rinunciando sia al mockumentary e soprattutto ad un approccio quasi documentaristico del film. La fotografia di Green Inferno è limpidissima, mai sporca. Esalta la cura degli effetti speciali, ma anche paradossalmente la finzione scenica.
I personaggi non si può dire che abbiano spessore ma come in tanti film horror, lo slasher soprattutto, i caratteri sono mono o bidimensionali come carne da macello al servizio dell'assassino, dello psicopatico ecc. In questo caso specifico sono appunto carne da macello, anche e soprattutto in senso letterale, perchè fra i loro scopi c'è principalmente questo.
I protagonisti sono sottoposti ad un continuo contrappasso e puniti beffardamente nella loro arroganza. Spesso nella prima parte del film discutono in momenti conviviali, a pranzo o a cena. Si cibano per poi essere "cibati" nella giungla da quella stessa tribù che vorrebbero salvare. Cannibalizzano i miti del passato per nutrirsene ad uso e consumo del loro attivismo di facciata. Contestualmente messi in una situazione senza apparente via d'uscita, implorano il salvataggio proprio da parte di quei carnefici che erano venuti apposta dagli Stati Uniti a contrastare incatenandosi ai bulldozer.
La tensione è palpabile ma stemperata continuamente da situazioni altamente comiche: la diarrea improvvisa della ragazza, la stessa ragazza costretta a mangiare carne pur essendo vegana, lo sballo collettivo della tribù con la carne alla "maria". The Green Inferno ha la qualità di non prendersi sul serio anche quando si mostra nel suo orrore più estremo. Roth non rientra certamente fra i miei registi preferiti come anche il genere cannibal, ma penso che sia il suo film più riuscito, coniugando l'omaggio ad un genere specifico, dandogli un'impronta molto personale.