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THE GREEN INFERNO regia di Eli Roth

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Invia una mail all'autore del commento tylerdurden73     4½ / 10  30/10/2015 11:32:18Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Il quarto film da regista di Eli Roth conferma alcune peculiarità del personaggio. Ovvero: l'innegabile abilità dietro la mdp, l'incapacità di scrivere una sceneggiatura decente (qui stesa con Guillermo Amoedo), la fortuna di avere un ufficio marketing coi controcosi (oltre a "qualche" amicizia di spessore) in grado di vendere la solita fuffa come roba imperdibile. Roth getta fumo negli occhi, stuzzica i vecchi fans del cannibal-movie evocando il ritorno del cinema più brutale, attira le nuove leve promettendo efferatezze a iosa.
Alla fine il tutto si risolve nella prevedibile bolla di sapone. Deodato e Lenzi (tanto per citare due tra i più famosi esponenti del genere) erano altra cosa, considerata anche l'epoca in cui proposero i loro lavori. L' approccio in quel caso, pur spesso compiaciuto, era davvero sovversivo e disturbante. Roth si limita a scimmiottare risultando anacronistico e fasullo, arrivando a creare un inferno di plastica, altro che green.
La trama pretestuosa clona "Hostel" con l''interminabile parte introduttiva, e a seguire quella dove i protagonisti vengono fatti a pezzi nelle maniere più fantasiosamente tedianti. Non si prova alcun emozione, perchè la storia è improponibile, i personaggi sono descritti talmente male da risultare idioti, antipatici o semplicemente dimenticabili in un battibaleno. Lasciamo perdere i twist caratteriali, di un'incoerenza imbarazzante con il leader della spedizione - tale Alejandro- simbolo di assoluta demenzialità.
Alla fine si fa il tifo per i cannibali vista la discutibile caratterizzazione dei giovani attivisti, specchio di una società che aspirerebbe a pulirsi la coscienza. Roth fa satira ma non sa da che parte girarsi per gestire al meglio il lato più "impegnato" dell'operazione. Sfora nel trash, tira fuori gag improponibili, si prende gioco di chi arriva per difendere e finisce massacrato proprio dal debole. Il legame con l'attualità è affrontato in maniera goffa, la deforestazione e l'infibulazione sono temi importanti qui eletti a meri spunti per descrivere le pecche da una parte della società "civile" e dall'altra di quella meno evoluta. L'analogia innesca una riflessione di grana grossa, francamente molto banale.
Ennesimo bluff attira gonzi di un regista che continua ad avere troppi santi in paradiso.
Marv91  02/11/2015 21:40:39Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
"Ennesimo bluff attira gonzi di un regista che continua ad avere troppi santi in paradiso."

Parole sante.
Invia una mail all'autore del commento tylerdurden73  03/11/2015 10:49:34Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Senza nulla togliere a chi lo apprezza ma la sua mediocrità è palese. Non ha nulla in più di tanti altri colleghi ben più capaci. Eppure Roth fa sempre notizia. Chissà perchè.
vinicio  31/10/2015 14:07:48Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
il tuo commento rispecchia appieno quello che penso del film...
Invia una mail all'autore del commento tylerdurden73  02/11/2015 11:23:22Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Mi fa piacere, grazie!