kowalsky 6½ / 10 28/03/2013 19:05:42 » Rispondi Stilisticamente perfetto, anche La scelta di Barbara condivide un atteggiamento fin troppo benevolo da parte della critica, al di là del suo effettivo valore emotivo. Il film di Petzold è un cinema che segue una linea diretta diciamo di "percezioni narrative", costringendo lo spettatore a una disponibilità totale al fine di raggiungere un'emozione astratta (sottratta, impercettibile). Il tutto si rivela affascinante (potenzialmente è un film interessante) ma chiuso nel suo meccanismo deprimente, cupo fino allo spasimo, sembra inizialmente un giallo à la Chabrol, o un film psicologico greco, magari un Wajda che plasma il suo personaggio (Nina Hoss effettivamente ricorda da vicino Kristina Janda, musa del regista polacco). Secondo me cmq. è privo della comunicativa visiva dei fratelli Dardenne, o di altri celebri autori europei. Non traspare l'urgenza espressiva, ma la libertà di solcare i limiti della coscienza individuale. Lo spettatore può esserne conquistato o restare del tutto indifferente. MI è piaciuto, ma non credo di doverlo ricordare a lungo. Vorrei speranze, anche quando il mondo di Barbara non ne trova (più?)
The Jack 09/04/2013 09:14:35 » Rispondi Ciao Kowalsky, a memoria sei di Venezia.. io Dolo, sempre in provincia.
Dove sei riuscito a vederlo questo film? Grazie.
kowalsky 11/04/2013 18:25:30 » Rispondi A Mestre al cinema Dante