DarkRareMirko 8½ / 10 25/02/2013 18:30:36 » Rispondi Una storia umanamente vera dedicata ad un uomo davvero immenso, tra i pochi che ancora sono in grado di darmi un barlume di speranza: Alan Moore (Watchmen, From hell, V for vendetta).
Le sue esperienze passate non sono poi molto differenti da quelle di altri geni: a scuola Moore andava male, aveva una forte voglia di fuga psichica espressa con il mito dei supereroi, era sociopatico, faceva lavori degradanti e, a tutt'oggi, vuole stare lontano dalla fama.
Da qui la voglia di riscatto con i fumetti (tiene a chiamarli così, visto che l'artista ritiene il termine graphic novel come un'etichetta affibbiata dal marketing), fumetti che si sviluppano da contesti politici e che permettono di fare certe cose si possono fare solo con loro e non con il cinema.
Certi suoi discorsi valgono la pena di essere riassunti, o parzialmente citati:
arte e magia sono la stessa cosa, mutano la coscienza
"Purtroppo abbiamo tutti gli stessi pensieri banali, e tutti nello stesso momento"
bisogna temere chi ha potere riguardo alle parole
gli artisti danno al pubblico ciò di cui hanno bisogno
la conoscenza del nostro vero Io è la cosa più importante
apocalisse significa anche rivelazione
Moore difende la pornografia come genere a tutti gli effetti, secondo lui il monoteismo è semplificazione e la religione ha portato al materialismo. L'artista sostiene che comprendiamo solo l'interno delle nostre teste e, seppur la conoscenza umana cresce sempre più, vediamo solo le nostre percezioni.
Bisogna stare attenti affinchè la nostra cultura non muti in vapore, la scienza non può parlare di coscienza, lo spazio viene creato anche da idee e concetti, il mondo è anche fatto di forme preesistenti (o, perlomeno, il mondo è anche inquadrabile come insieme di idee, fatto sia da elementi fisici che da elementi immaginari) e occorre ridimensionare lo strapotere dei media.
Questi sono solo pochi cenni di una buona opera filmica (magari sin troppo breve però) che in realtà è molto più profonda ed importante, essendo capace davvero di aprire la mente (e non a caso il termine mindscape è relativo all'immaginazione, artistica e non).
Ma più che altro è il soggetto ripreso il vero motivo di interesse: Alan Moore è una delle menti più importanti del ventunesimo secolo.
Sfido chiunque a sostenere il contrario.
Basta ascoltarlo nei suoi discorsi qui presenti per convincersene.