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NO - I GIORNI DELL'ARCOBALENO regia di Pablo Larraín

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Overfilm     8 / 10  03/01/2018 00:55:56Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Sono i giorni precedenti la scelta referendaria che avrebbe deciso il destino di un paese (per alcuni anni).
Con questo film si sono voluti raccontare quei giorni.
E soprattutto documentare come quella "guerra" sul futuro di un intero Paese, sia stata vinta vincendo la fondamentale "battaglia" della comunicazione.
Gia' allora si poneva un interrogativo divenuto sempre piu' importante (anche, anzi, soprattutto in Italia): quanto il "come comunicare" diventi addirittura piu' importante del "cosa comunicare".
Le prime sequenze del film sono relative ad uno spot di una bibita.
Poi gli spot riguardano quel referendum.
La sequenza finale e' invece relativa ad uno spot di un prodotto cinematografico.
Questo gia' dice molto.
Interessante verificare comunque come gia' allora (nel film stesso) certi lancinanti interrogativi fossero ben chiari; si arrivo ' persino a valutare QUANTO fosse conveniente fare degli spot per ricordare il dramma dei desaparecidos e le torture di quella dittatura: quasi come cancellare un po' il proprio passato (solo) per (pur importantissimi) fini elettoralistici...
lo sguardo assai dubbioso (e poco festante) di Garcia Bernal (regista di quegli spot) DOPO aver vinto quella pur fondamentale battaglia (che lui voleva vincere non solo perche' aveva accettato quell'incarico professionale, ma anche perche' figlio di una "vittima" di quella dittatura), suggeriva gia' allora un futuro non ottimistico:
quella battaglia era stata vinta, ma quante in futuro sarebbero state perse esclusivamente per il "come"?
E' forse positivo che "il come si comunica" possa essere cosi' determinante sulle scelte che determinano il nostro futuro?
Che l'etichetta di una marmellata determini il successo di quel prodotto puo' anche essere accettabile.
Ma se un'etichetta determina scelte democratiche che riguardano milioni di vite forse la cosa diventa preoccupante...