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MEGAN IS MISSING regia di Michael Goi

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Invia una mail all'autore del commento tylerdurden73     7 / 10  16/02/2017 11:07:53Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Inquietante spaccato dell'era attuale, nella quale al lupo cattivo è sufficiente connettersi in rete per irretire gli agnellini indifesi. In tutto ciò non vi è alcuna ambizione moralista o pedante, "Megan is missing" è semplicemente un resoconto glaciale basato sulla possibilità che chat o social network si trasformino in trappole letali, in questo caso per due ragazzine, caratterialmente opposte ma entrambe desiderose di essere amate al di là del loro apparire.
Megan ed Amy hanno rispettivamente 14 e 13 anni, la prima è disinibita, viene da una famiglia disastrata e sa già che il sesso è un ottimo strumento per far vacillare gli uomini, la seconda è virginale (in tutti i sensi) timida ed impacciata, ha una famiglia normale, si sente amata ma non è inserita nel tessuto sociale scolastico. Differenze sostanziali, che cementano il rapporto le due amiche e che rendono le prede tutte uguali in barba ad ogni luogo comune inerente comportamenti o ceto sociale d'appartenenza.
La prima parte è improntata ad illustrare il mondo delle ragazze tra sogni, festini, rapporti con i genitori e un utilizzo sfrenato di ogni supporto tecnologico. Michael Goi mette in piedi un found footage intelligente, con riprese mai forzate e un utilizzo della camera fissa che soprattutto nel finale diventa sentenza da brividi. L'introduzione è forse tirata fin troppo per le lunghe, come anche la seconda parte dove ai tentativi investigativi di Amy si affianca lo sciacallaggio dei mass media e il voyuerismo morboso dello spettatore medio. Il risveglio avviene per mezzo di un finale crudele, signor colpo basso dell'intera produzione. Poco meno di mezz'ora dominata da un male senza volto perchè potenzialmente nascosto dietro ogni messaggio o ogni emoticons. Goi colpisce duro disumanizzando il suo mostro nell'epilogo affidato ad una sequenza di esasperante lentezza e crudeltà, a cui si aggiunge un'appendice straziante, dedicata ad un futuro che mai sarà.