caratteri piccoli caratteri medi caratteri grandi Chiudi finestra

IL BRACCIO VIOLENTO DELLA LEGGE regia di William Friedkin

Nascondi tutte le risposte
Visualizza tutte le risposte
Neurotico     9 / 10  18/01/2015 12:09:03Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
E' una sorta di spartiacque nel poliziesco. Ha la fama, insieme a Dirty Harry, di essere il film che ha portato violenza esplicita all'interno del genere, caratterizzando i poliziotti in modo burbero e rude, come se fossero cattivi alla stessa maniera dei delinquenti di cui vanno a caccia. Come se la malata atmosfera urbana contagiasse tutti, senza distinzione, abolendo la differenza tra buoni e cattivi, suggerendo che, in fondo, la violenza fa parte del destino dell'uomo in genere più che di una frangia di cattivi da perseguire.

Papà Doyle è un protagonista sbruffone e duro come il marmo, poliziotto intransigente che vestito da babbo natale minaccia e maltratta un nero, con gusto s*****tta un informatore per dar credito alla farsa che inscenano in un bar. Friedkin sceglie un approccio realistico, il ritmo non è alto, ma la suspense si incunea dall'inizio alla fine, e dopo un prologo secco, a partire dal pedinamento di Doyle a Charnier (un elegante e scaltro Fernando Rey) The French Connection si mostra in tutto il suo splendore. Quasi insostenibile per tensione, crudezza e spietatezza tutta la parte della sparatoria del cecchino con conseguente adrenalinico inseguimento, tra scontri in macchina, infarti, e sparatorie folli.

New York, ritratta con sguardo quasi documentaristico, si desta dal torpore notturno dei tombini che sbuffano fumo con lo stridio dei clacson e il fragore di incidenti, scoprendosi solcata e percorsa da appostamenti, pedinamenti, e agguati. Per poi riaddormentarsi in un finale nella periferia degli edifici abbandonati con uno straniante e amaro senso di sconfitta.