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WOLVERINE: L'IMMORTALE regia di James Mangold

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Invia una mail all'autore del commento tylerdurden73     6 / 10  09/12/2013 11:38:58Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Secondo capitolo dello spin-off dedicato alle gesta dell' X Men forse più famoso e amato. Purtroppo ancora una volta le alte aspettative, giustificate soprattutto dalla presenza del solitamente bravo James Mangold e dall'interesse che la trasferta giapponese fomentava a priori, non sono pienamente soddisfatte.
Tra yakuza, ninja e samurai robot ci si sbizzarrisce a dovere, il divertimento però latita e non certo per colpa del buon Hugh Jackman, sempre a suo agio nei panni del "ghiottone" Wolverine. Senza troppi giri di parole la storia è abbastanza moscia, priva di particolari avvenimenti mozzafiato e soprattutto di villain efficaci con buona pace della splendida e letale Viper (Svetlana Kodchenkova), in un film in cui i personaggi femminili abbondano senza mai realmente lasciare il segno.
L'ambientazione si prestava a contaminazioni con la cultura del sol levante, queste non mancano ma vengono proposte in modo scontato nell'ambito di una pellicola in cui Wolverine lascia che i suoi tormenti sgorghino in maniera più definita rispetto al passato. Non male quest'idea che porta bene a galla i patimenti di un personaggio Marvel molto controverso, afflitto in primis perchè mutante e quindi emarginato, ma anche per il suo "dono" all'adamantio che lo rende profondamente diverso anche dai suoi stessi simili.
Con Wolverine in scena un po' di adrenalina è garantita, più colpevole rilassamento quando il nostro lascia spazio ai comprimari o a momenti melensi che poco si prestano alla "selvaticità" del supereroe artigliato.
Dagli svarioni sentimentali è giusto escludere le apparizioni di Famke Janssen, ovvero fantasma/senso di colpa dal fascino devastante.
Ahimè, poca gloria anche in quest'occasione per Wolverine. Buono l'incipit in quel di Nagasaki e attenzione dopo i titoli di coda.