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PAT GARRETT E BILLY THE KID regia di Sam Peckinpah

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elio91     8½ / 10  28/11/2010 23:01:13Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Purtroppo Pat Garrett E Billy the Kid è un film in qualche modo non completo,o comunque non perfettamente riuscito: ci sono sequenze monumentali alternate a molte altre in cui non c'è un minimo stralcio di emozione. Forse,anzi sicuramente,questo è dovuto alle condizioni in cui Peckinpah versava quando lo girò tra alcol e litigate assassine con i produttori e lo studio,i tre nemici di una vita. Litigate che dipesero dalla piega che il film stava prendendo,quello di una ballata lirica,ma i produttori evidentemente volevano un altro Mucchio selvaggio. Non capirono come Peckinpah fosse oramai lontano da quel tipo di concezione artistica e volesse fare un suo testamento artistico sul western,genere con cui è stato consacrato.
Si può dire tutto di Pat Garrett e Billy the Kid,ma di certo con gli anni passati è rimasta inalterata la sua potenza evocativa a tratti spaventosa. Alla fine Peckinpah è riuscito ad ottenere quello che certamente cercava,cioé raccontare la Fine con la F maiuscola. Tutto si muove in questo senso nella pellicola. Il titolo evoca due dei personaggi mitici del vecchio West,ognuno sa già quindi come si concluderà la caccia di Garrett al suo vecchio e eternamente giovane amico; però Peckinpah è originale nello svolgimento lentissimo,visivamente spettacolare e barocco ma che raramente si lascia trasportare dalla violenza.
I toni sono poetici e grava su questo western un aria poetica ed evocativa enorme. Se ci sono scene poco azzeccate o comunque sottotono rispetto al resto,altre sono da annoverarsi tra le più belle della storia del cinema. Si potrebbe citare quella più famosa con Knockin on Heaven's door in sottofondo e sarebbe giusto ma anche l'inizio e il finale non sono da meno.
E poi le musiche di Dylan sono magnifiche,tra le più belle sentite in un film; il suo personaggio invece è strano forte ma non sembra stonare all'interno di questa elegia di un genere al tramonto che raccoglie cantanti (lo stesso Kristofferson) e vecchie glorie del Western (come il protagonista Coburn).
A farmi innamorare perdutamente di quest'opera è stata la poetica che riesce a prenderti dall'inizio: un uomo che insegue un suo vecchio amico per dovere della legge; inseguendo Billy,Garret insegue se stesso e la fine lo fa capire chiaramente (lo sparo allo specchio). Non a caso l'incipit mostra la morte dello stesso Garret legando indissolubilmente la sua morte a quella di Billy.
Un amicizia tradita che si conclude (nella director's cut) con una cavalcata lenta verso un crepuscolo,con Pat Garrett che sa di aver dovuto sbagliare,pentito per aver compiuto il suo dovere e che si porterà nella tomba l'ultimo sorriso fiducioso del suo più caro amico prima del tradimento annunciato sin dall'inizio.